Grosseto, 28 agosto 2013 - Salgono a undici gli indagati per la morte di Sergio Fiorini, 76 anni, deceduto all'ospedale di Grosseto in seguito a una trasfusione di sangue sbagliata, che non doveva ricevere. Indagati per omicidio colposo anche i medici che lo avevano curato per una polmonite nel reparto di malattie infettive, e non solo un'infermiera e i medici del reparto di rianimazione.
 

In totale, quindi, salgono a 11 gli indagati per questa vicenda. Lo ha deciso la procura della Repubblica di Grosseto che sta notificando in queste ore gli avvisi di garanzia, anche in previsione dell'autopsia fissata per domani. La procura, secondo quanto si apprende, ha esteso l'ipotesi di omicidio colposo anche ai medici del reparto di malattie infettive, dove il 76enne e' stato ricoverato, ipotizzando un concorso di reato con
il personale della rianimazione. Gli inquirenti indagano quindi non solo sulla trasfusione sbagliata al 76enne, ma anche sull'adeguatezza delle cure e delle terapie ricevute dal paziente per la polmonite,
patologia per cui era ricoverato. Stamani la squadra mobile di Grosseto ha proseguito le indagini sentendo, dopo ieri, altri professionisti dell'ospedale.

I familiari di Sergio Fiorini fanno sapere che la trasfusione sbagliata fu comunicata loro solo nel tardo pomeriggio. I parenti furono ''tenuti all'oscuro'' fino a quando ''si precipitarono in ospedale'' avendo ricevuto una chiamata alle 18. E' quanto si spiega in una nota diffusa da Alessandra Silvestri, legale dei due figli e della moglie del 76enne, morto poi la sera del 25 agosto, per puntualizzare ''una realta' diversa''
rispetto alla notizia riportata in alcuni articoli ''che attribuirebbe una estrema lealta' e un rapporto limpido con i parenti del paziente''.

Nella nota si spiega che solo quando arrivarono all'ospedale, dopo la chiamata dei sanitari alle 18, ''i familiari conoscevano la triste verita', omessa loro dalla mattinata, nonostante le plurime, accorate
richieste'' di informazioni: alle 15.30 (dopo aver atteso due ore all'esterno del reparto per un'emergenza che poi hanno scoperto riguardava il loro caro), il medico di turno li aveva informati di un ''peggioramento clinico in mattinata durante le consuete operazioni di igiene. Alla trasfusione nessun riferimento''.
 

Alla richiesta di spiegazioni sul perche' di un ''peggioramento cosi' vertiginoso'', considerato che ''nei giorni precedenti il trend di ripresa era positivo e la sera prima il medico di turno aveva ricevuto e
trasmesso ai familiari valori di ripresa che confermavano tale evoluzione'', e' scritto ancora nella nota, ''il medico di turno rispondeva che cio' poteva sempre succedere e che stava nel naturale decorso
della malattia. Egli invitava i familiari ad andare a casa perche' alla loro uscita dal reparto i medici avrebbero effettuato nuovamente'' una manovra per cambiare la posizione nel letto del loro caro, ''ribadendo pero' che la situazione era grave e che avrebbe potuto precipitare da un momento all'altro''.

Dunque solo dopo essere tornati in ospedale nel tardo pomeriggio ed essere stati informati della trasfusione errata ''i medici e l'amministrazione sanitaria si rammaricavano dell'errore e dell'accaduto e
comunicavano che non c'erano piu' speranze. Quale lealta' dunque. La famiglia Fiorini vorrebbe comunque ringraziare quelle persone dell'ospedale, in particolare alcuni infermieri e quei medici che durante la degenza del loro congiunto hanno mostrato professionalita' ed empatia nel curarlo''.