Viareggio, 5 agosto 2013 - «NON SI PUÒ morire a 22 anni...». E’ dalla notte scorsa che a Pozzi — paese del comune di Seravezza — queste sette parole passano da persona a persona, diventando sempre più pesanti, un macigno di pensieri che soffoca, che non riesce a dare pace. «E’ morta Sara». E giù lacrime e singhiozzi. Un dolore penetrante al solo pensiero di quella ragazza sorridente, un uragano contagioso di entusiasmo.

SARA GABRIELLI, che faceva parte del gruppo dei tamburini della contrada del Palio dei Micci, è scomparsa nella notte spegnendo in un attimo i sogni di una vita che fino a poche ore prima le sorrideva beatamente, attorniata da tanti amici: la ragazza aveva lavorato al bar Jumbo, all’interno dell’area della sagra del Pozzo, dove prestava servizio come volontaria. Una morte naturale ma che naturale — «non si può morire a 22 anni» ribadiscono gli amici sulla pagina Facebook della ragazza — non è. Le ipotesi al vaglio del medico legale Silvia Baldi propendono per l’infarto: un problema cardiaco che all’improvviso si è manifestato in maniera devastante. Sta di fatto che in pochi attimi quello che sembrava un banale disturbo (la prima richiesta d’intervento al 118 parlava di una ragazza con problemi di stomaco: erano le 4) si è ben presto trasformato in un calvario, nonostante le cure del personale della Croce Bianca di Querceta e poi dell’automedica Versilia Nord. Fino alla morte avvenuta nel cuore della notte con la disperazione non solo dei suoi familiari ma di tutto il paese. «Alle 6,30 — ricorda Massimo Balderi, presidente della contrada del Pozzo — ho ricevuto la notizia: Sara era come una figlia».


SARA GABRIELLI attivissima nella vita della contrada del Pozzo aveva trascorso la serata assieme agli amici nell’area della sagra della contrada, alle porte del paese: un’oasi di verde e di allegria. Era la prima serata e la voglia di divertirsi e di ballare aveva contagiato tutti. Tanta gente. Tanti sorrisi che oggi, a distanza di poche ore, con un paese in lacrime e attonito, contribuiscono a rendere ancora più malinconica la storia di Sara e della sua famiglia. Sara, figlia di Paola Altemura e di Sergio Gabrielli, aveva studiato al liceo «Chini» di Lido di Camaiore: poi si era iscritta ad un corso universitario.


Ma oltre ai libri e alla passione per la vita della contrada e per tutti gli appuntamenti che si dipanano lungo tutto l’anno, era impegnata anche nella piccola azienda gestita dal padre. «Una famiglia modello — ricorda il sindaco di Seravezza, Ettore Neri, che ieri mattina si è recato a trovare i genitori della ragazza —: persone squisite, orgogliose di una ragazza che dava tante soddisfazioni». Sara lascia anche una sorella, Elga, e il fidanzato, ma lascia soprattutto nel paese il ricordo di una ragazza di 22 anni che si faceva in quattro per gli altri, un grande istinto di solidarietà che mancherà a tutti. La data dei funerali non è stata ancora fissata: molto probabilmente domani, visto che in giornata verrà effettuata l’autopsia per capire le cause della morte.
Giovanni Lorenzini