Massa Carrara, 29 luglio 2013 - “AIUTO, aiuto, mi sta sparando alla schiena, correte, aiutatemi, mi ammazza”: sono state queste le disperate grida di Salvatore Galdiero, scampato al massacro, raccolte da un medico bresciano che assieme alla sua famiglia stava pranzando nella sua casa al mare, in via Podenzana, a pochi metri dal cortile del condominio dove si era rifugiato il muratore ferito e inseguito per un centinaio di metri dall’omicida Marco Loiano che gli ha esploso contro sei-sette colpi di arma da fuoco.

Il dottor Fabrizio Ferraresi, 51 anni, ha capito subito che non c’era tempo da perdere: ha abbondonato la tavola ed è corso subito per strada per prestare i primi soccorsi a Galdiero ridotto già ad una maschera di sangue. Un intervento che ha salvato la vita al muratore napoletano. “Insieme ad altri paramedici ci siamo precipitati verso questa persona che correva e invocava aiuto. Gli abbiamo tamponato le ferite e abbiamo chiamato il 118 e i carabinieri. Lui urlava: aiuto, aiuto, aiutatemi. Io ho sentito gli spari mentre ero in casa — ha raccontato il dottor Ferraresi — e poi ho sentito questa persona che urlava, sanguinante. Aveva tre ferite, una al collo, una alla mano e uno, credo, ad un fianco. In pochi minuti sono arrivate due ambulanze. Una situazione sconvolgente”.

La prima chiamata di intervento al 118 è delle 13,16. Il medico bresciano è stato poi ascoltato dai carabinieri per ricostruire la dinamica dell’agghiacciante «agguato».

LOIANO era andato a cercare il suo «rivale» ad un bar e pare che abbia anche mostrato la pistola. Poi era risalito sull’auto e lo aveva incontrato in via Pontremoli, all’imbocco con via Fosdinovo.
Forse si sono anche parlati, visto che la mountain bike, con un asciugamano sul manubrio e con la quale il Galdiero si stava recando al mare, era appoggiata ad un muretto. Quando ha capito che di fronte aveva una persona che voleva ucciderlo, ha cominciato a correre, a perdifiato, verso il litorale. Ha gridato aiuto e per fortuna si è materializzato il medico bresciano che gli ha salvato la vita. Altrimenti il Loiano lo avrebbe, probabilmente, finito nel parcheggio del condominio dove si era rifugiato.

“Io non ci ho pensato un attimo a scendere in strada — ha aggiunto il dottor Ferraresi — non capivo cosa potesse essere accaduto, mi sono solo preoccupato di prestare le prime cure a quell’uomo sanguinante. Sono stati attimi concitati e drammatici, il sangue usciva copioso dalle ferite, abbiamo tamponato l’emorragia, non c’era altro da fare. I soccorsi velocissimi hanno consentito di salvargli la vita”.

SCONVOLTO anche un pensionato che abita in via Fosdinovo dove è scoppiato il far west con proiettili vaganti che hanno centrato il terrazzo di un’abitazione dove pranzava una famigliola con bambini piccoli, il muretto di un’altra casa e un’auto in sosta. “Ho sentito dei colpi — ha spiegato il testimone —, stavo finendo di pranzare con mia moglie. Lì per lì ho pensato ai fuochi d’artificio, sa con l’estate i botti sono all’ordine del giorno. Ma quando mi sono affacciato, ho capito che si trattava di qualcosa di molto grave. Ho visto un uomo scappare a piedi e un altro che lo inseguiva e gli sparava addosso. Sono stati momenti di terrore, qui ci sono tante famiglie con ragazzi e bimbi che giocano anche per strada. E’ stato un miracolo se non sono stati colpiti dai proiettili”. Via Fosdinovo è stata chiusa per molte ore per consentire ai carabinieri di effettuare i rilievi.

Il finimondo è scoppiato poco dopo le 13, poi la furia omicida del Loiano si è spostata di un paio di chilometri dove ha fulminato la moglie al ristorante dove lavorava prima di suicidarsi.