Perugia, 29 giugno 2013 - {{WIKILINK}}Raffaele Sollecito {{/WIKILINK}}in un'intervista esclusiva al Sun parla del suo sgomento per la decisione della Corte di Cassazione che ha ordinato un nuovo processo per il 29enne pugliese e 'Foxy Knoxy', come è stata soprannominata Amanda, del rapporto con l'ex fidanzata e del dispiacere per la famiglia Kercher. {{WIKILINK}}Amanda Knox {{/WIKILINK}}lo ha colpito "come un fulmine", ma ora la sua vita è paragonabile "a un film dell'orrore": così, Sollecito commenta quello che lo ha visto coinvolto in questi anni. Il 29enne era stato condannato a 25 anni di carcere in primo grado per l'omicidio della 21enne britannica {{WIKILINK}}Meredith Kercher{{/WIKILINK}}, che studiava con lui e Amanda (condannata invece a 26 anni) a Perugia, ma i due sono stati poi assolti in appello.

"Incontrare Amanda è stato come essere colpiti da un fulmine", racconta Sollecito, raggiunto dal tabloid in un ristorante di Manhattan. "La nostra relazione è diventata molto intensa, molto rapidamente. Non avevo molta esperienza con il sesso. Lei ne aveva un po' più di me. Dormivamo insieme e la nostra vita sessuale non era noiosa. Parlavamo delle nostre fantasie e chiedevamo l'uno all'altra cosa ci piaceva, ma era tutto normale".

Sollecito spiega di essere in buoni rapporti con Amanda, che ha incontrato qualche giorno fa a New York. "Abbiamo vissuto una cosa così enorme che era naturale restassimo amici e ci supportassimo", sottolinea.

Meredith fu uccisa nell'appartamento che la vittima e Amanda Knok dividevano nel novembre 2007. Sollecito non riesce a capacitarsi della riapertura del processo. "Mi sento come in un film dell'orrore dove si continuano a produrre sequel", osserva, "L'accusa ha una sua teoria senza reali prove o fatti. E' estremamente doloroso. Sembra qualcosa di personale, come se fossero determinati a farmi ripiombare in questo incubo".

"Sono sopravvissuto alle fiamme dell'inferno una volta e ora mi ci stanno riportando", prosegue Sollecito parlando dei giudici. "Sembra come una guerra. Avevo 23 anni e ho soltanto incontrato una grande ragazza. Perchè avrei dovuto improvvisamente uccidere con tanta violenza qualcuno che conoscevo a malapena insieme a qualcuno che avevo incontrato soltanto cinque giorni prima? Non ha senso".

La famiglia Kercher ha il timore che il ricordo di Meredith possa essere perso di fronte al "circo" nato intorno alla vicenda giudiziaria. Rudy Guede, in un processo separato, è stato condannato a trent'anni di carcere per omicidio, poi ridotti a sedici.

"Non scorderò mai Meredith - assicura Sollecito - E' stato terribile quello che è accaduto. Ma non sono responsabile della sua morte. Mi rattrista quando la sua famiglia sostiene che altre persone siano coinvolte. Rudy Guede è in carcere per il suo omicidio e il suo dna era ovunque sulla scena del crimine".

Il 29enne pugliese annuncia che un giorno andrà a visitare la tomba di Meredith a Mitcham, nel Surrey, malgrado a Perugia l'avesse incontrata solo poche volte. Poi torna a parlare della sua relazione con la Knox, incontrata a un concerto di musica classica. "Era grande. Ero davvero felice - ricorda - A causa di quello che è accaduto non abbiamo mai avuto la possibilità di vedere che cosa ne sarebbe stato della nostra relazione. Chissà, oggi avremmo potuto essere ancora insieme".

E' convinto che i giudici insistano con la teoria dell'omicidio durante un folle gioco sessuale per sete di vendetta contro lui e la Knox e per salvare la propria reputazione.

Sollecito riconosce a malapena la sua descrizione nel primo processo, dove la sua passione per i videogiochi e i fumetti Manga è stata usata per "calunniarlo". E' stato "folle", accusa, "Dicevano che Amanda e io ci stavamo baciando e toccando e che ho inseguito Meredith perchè eccitato dalle 'vibrazioni sessuali'. Che cosa significa? Mai avuto rapporti a tre o fatte orge in vita mia...".

Alla domanda del perchè abbia cambiato versione e detto agli inquirenti che Amanda aveva lasciato l'appartamento alle 21 e non era tornata fino all'1, Sollecito si giustifica: "La polizia fu molto aggressiva. Chiesi un avvocato ma mi fu negato. E nessuno degli interrogatori fu registrato, cosa che trovai singolare. Divenni molto confuso sul giorno al quale si stavano riferendo...".