Castagneto Carducci (Livorno), 3 maggio 2013 - E' stato arrestato e portato in carcere il presunto autore dell'omicidio di Ilaria Leone, la ragazza di 19 anni uccisa a Castagneto Carducci la sera di mercoledì. Gli inquirenti sono convinti che a compiere il delitto sia stato un uomo di nazionalità senegalese, che frequentava il gruppo di amici di Ilaria. "Non una conoscenza stretta", hanno confermato i testimoni. Nelle scorse ore, è stato sentito anche un altro cittadino senegalese, poi rilasciato.

CHI E' L'ARRESTATO - Si chiama Ablaye Ndoje,  ha 34 anni e risiede da tempo a Donoratico il senegalese fermato questa mattina per l'omicidio di Ilaria Leone. L'uomo è stato rintracciato nei pressi di Piombino mentre probabilmente tentava la fuga. Ablaye conosceva bene Ilaria, frequentando lo stesso gruppo di persone col quale era solita uscire la ragazza. Da qui la rabbia dei ragazzi alla sua uscita in manette dalla caserma dei carabinieri di Donoratico: "Assassino, lo sapevo che eri stato te", gli ha gridato un'amica di Ilaria prima di fuggire via singhiozzando.

Il procuratore di Livorno Francesco De Leo ha fatto sapere che l'uomo ''era conosciuto come spacciatore e la giovane era una consumatrice di sostanze stupefacenti''. Lo ha detto spiegando poi che nello zainetto del senegalese e' stato trovato il telefonino della ragazza uccisa. Inoltre, sempre secondo quanto afferma dal procuratore, Ablaye Ndoje non aveva il permesso di soggiorno ed era già destinatario di un provvedimento di espulsione le cui pratiche erano in corso. Francesco De Leo, insieme al comandante provinciale dei carabinieri Massimiliano Della Gala ha confermato che l'uomo non ha ancora confessato, ma che ''su di lui ci sono pesanti indizi''.

Il giovane senegalese sarebbe stato rintracciato grazie al telefonino. Bloccato non molto distante da dove si è consumato l'omicidio: i carabinieri gli hanno sequestrato anche la bicicletta e lo zaino. Mentre usciva dalla caserma dei carabinieri di Donoratico dove e' stato a lungo interrogato dagli inquirenti per essere accompagnato a Livorno a disposizione dell'autorita' giudiziaria, la piccola folla di amici e conoscenti di Ilaria Leone che si trovava sul posto lo ha ripetutamente offeso.

Non si esclude che la ragazza prima dell'uccisione sia stata vittima di violenza sessuale. Sara' l'autopsia, in programma domani a Pisa, a confermarlo. I carabinieri del Ris stanno anche cercando di verificare dove la giovane e' stata uccisa: sul corpo infatti ci sono segni di trascinamento. ''Molto probabilmente - ha detto il procuratore De Leo - e' stata uccisa da un'altra parte anche se poco lontano''.

A quanto si apprende, l'autore del delitto avrebbe cercato, dunque anche se maldestramente, di occultarne il cadavere. Sempre secondo gli inquirenti, infatti, la giovane non sarebbe stata uccisa nell'uliveto, ma qui sarebbe stata trascinata in seguito dal suo assassino. Gli  investigatori in queste ore avevano ascoltato parenti, amici e colleghi della ragazza nell'intento. Nella notte i carabinieri avevano sentito anche l'ex della giovane, un ragazzo di Piombino, come persona informata sui fatti, ma il giovane è stato rilasciato senza alcuna accusa a suo carico. 

LA RABBIA DEGLI AMICI - 'Assassino, assassino''. Cosi' si sono rivolti alcuni amici di Ilaria Leone al giovane senegalese che stava uscendo dalla caserma insieme ai carabinieri. ''Lo sapevo che era lui'', ha urlato una giovane amica della ragazza assassinata. Secondo quanto si apprende, il giovane senegalese sarebbe stato conosciuto dai ragazzi della zona e anche da Ilaria.

IL RITROVAMENTO DEL CORPO - Sono passate da poco le 11 quando in località Piantoni intervengono carabinieri del comando provinciale di Livorno. La ragazza è in mezzo agli ulivi, indossa gli indumenti intimi, un paio di pantaloni (si scoprirà successivamente che sono quelli con cui lavora in un ristorante) e una maglietta. I pantaloni, però, sono abbassati. Non ha documenti: la borsa, il suo cellulare e altri effetti personali sono spariti. E’ stesa sul selciato: la gamba destra leggermente sollevata, quasi a voler allontanare qualcuno. come se avesse lottato con il suo assassino. Ci sarebbero anche ecchimosi nella zona vaginale.

Ilaria la conoscevano molti da queste parti. Lavorava da una ventina di giorni in una delle pizzerie più conosciute del paese, «La Gramola». Una famiglia di gente semplice, la sua. Genitori separati, il padre Leonardo vive a Donoratico, lungo la vecchia Aurelia, dove fa l’autista. La madre, Rosaria Cariano, da una ventina di giorni abita invece a Castagneto dove le è stata assegnata una casa popolare. Quando ieri è stata chiamata dai carabinieri era ancora a casa, inconsapevole che la sua vita da lì a pochi minuti sarebbe stata stravolta per sempre. Lei ed il fratello di Ilaria, Mattia, di 25 anni, arrivano in via Garibaldi nella caserma dei carabinieri. L’urlo del ragazzo è agghiacciante quando afferra il cellulare e dice: «Hanno ammazzato Ilaria, zio vieni subito». La madre Rosaria è sconvolta, le urla di disperazione si sentono fin dalla strada. E’ necessario sedarla e per questo arriva un’ambulanza. Intanto il cadavere della figlia viene portato all’obitorio di Cecina a disposizione del medico legale.

LE COSE CERTE: Ilaria mercoledì sera è uscita dal ristorante intorno alle 21.45, ha salutato gioviale come sempre: «Ci vediamo domani...». Poi è stata vista in paese con una collega tra le 22 e le 23. Avrebbe chiesto a un ragazzo di farle accendere una sigaretta, ma questo le avrebbe risposto che non fumava, così lei si sarebbe rivolta a un altro giovane. Niente di strano. Qualcuno, però, l’avrebbe poi vista parlare al telefono in maniera concitata. Stava parlando con la persona che l’ha uccisa? Fatto sta che la sua morte risale alla notte: probabilmente intorno alle 23.30. A quell’ora i cani di un’abitazione poco distante hanno iniziato ad abbaiare in maniera furiosa, come ha spiegato la padrona: hanno visto o sentito l’omicidio? I carabinieri per adesso non escludono nessuna ipotesi. Quella della violenza sessuale ma anche quella di un omicidio di impeto: l’assassino prima di fuggire si è infatti premurato di portare via i documenti e il telefono di cellulare della ragazza, forse perché la sua identità fosse scoperta con il maggiore ritardo possibile. Nella vita di Ilaria non sembrano comunque esserci lati oscuri, anche se la madre ad un certo punto davanti alla caserma dei carabinieri sarebbe stata sentita urlare: «Lo sapevo che non doveva frequentare quel tipo» riferendosi a un ragazzo del luogo. Un indizio o solo le parole di cieca disperazione di una madre che ha perso per sempre la figlia? Gli inquirenti per adesso non commentano: «Speriamo solo di poter fare presto chiarezza su tutto».