Siena, 29 marzo 2013 - L’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, era coinvolto direttamente nella gestione della ‘finanza allegra’, anche se non aveva le deleghe necessarie per gestire la banca. E’ uno dei motivi che hanno convinto i nuovi vertici del Monte, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ad avviare un’azione di responsabilità contro di lui e contro l’ex direttore generale Antonio Vigni che, invece era il ‘deus ex machina’ del confezionamento derivati del Montepaschi.

Le motivazioni della decisione presa il 28 febbraio scorso dal Cda, che ha avviato l’azione di responsabilità contro i vecchi vertici e la richiesta danni nei confronti di Deutsche Bank e Nomura, ora sono ufficiali e pubblicate nella relazione presentata in vista dell’assemblea del 29 aprile, un documento di 53 pagine, completo di "analisi tecnica messa a punto da due professori universitari della Bocconi e della Cattolica di Milano".

E’ qui che si spiega che Mussari "mirava a conservare la sua leadership" agendo poi per perseguire "interessi estranei e contrari a quelli della società", "contribuendo decisivamente a realizzare l’operazione con Nomura, allo scopo di occultare la perdita sulle notes Alexandria, che si sarebbe altrimenti riflessa sul risultato dell’esercizio 2009, in misura tale da impedire il conseguimento di un utile d’esercizio".

Tra l’altro le operazioni con Nomura e Deutsche Bank "non avrebbero mai dovuto essere realizzate" si legge ancora nella relazione destinata ai soci, per il loro "carattere illecito" e per i "loro evidenti profili di irrazionalità, anomalia e carenza di qualsivoglia giustificazione economica". E se Mussari e Vigni ("che ha sottoscritto tutti contrattuali principali") hanno sbagliato, la banca si riserva di agire anche nei confronti dell’ex capo dell’area finanza, Gianluca Baldassarri (con loro indagato, in concorso, per manipolazione di mercati), e "di altri corresponsabili, in relazione agli illeciti in corso di accertamento".

Tra l’altro conferme su alcune delle ipotesi investigative sulle quali lavorano ormai da mesi, i pm senesi le hanno avute nella trasferta di giovedì a Lugano, dove avrebbero trovato anche più di un riscontro sulle accuse che hanno portato in carcere Baldassarri, contro il quale pure i magistrati del Canton Ticino hanno aperto un procedimento per riciclaggio. Una trasferta "molto, molto, molto proficua" dice una fonte vicina all’inchiesta, che avrebbe aperto nuove possibilità investigative tanto che Aldo Natalini e Giuseppe Grosso oggi hanno riferito i risultati del viaggio in Svizzera al loro collega Antonino Nastasi, con il quale condividono l’inchiesta su Mps, nel corso di un vertice andato avanti tutta la giornata.

Un vertice servito anche ad analizzare il materiale scoperto nella perquisizione di due giorni fa nella sede milanese di banca Nomura, l’istituto giapponese con il quale i vecchi vertici di Mps, avevano chiuso nel luglio 2009 la ristrutturazione del derivato Alexandria. E già ci sono voci di possibili nuovi interrogatori nei prossimi giorni, passate le feste pasquali.
 

r.s.