di Cristina Crisci

Città di Castello, 21 marzo 2013 - E’ terribile dover commentare storie di adolescenti e violenza. Terribile ma purtroppo sempre più frequente. C’è una qualche malattia misteriosa che sembra aver preso possesso dell’organismo della nostra società, nella quale le contese che un tempo si risolvevano con un urlaccio, magari anche con uno schiaffo o un pugno, adesso si trasformano addirittura in spedizioni punitive. Impazzano le gang, i raid, le botte filmate e poi trasmesse in rete. La brutalità, incredibile a dirsi, sembra essere di moda. La malattia della violenza attraversa animi e strati sociali senza trovare un argine che riesca in qualche modo a debellarla o a rallentarne i nefasti effetti.

Ha incaricato un’amica di mettere in atto una spedizione punitiva nei confronti di una coetanea, che è stata poi picchiata in piazza a Città di Castello di fronte ad un gruppo di compagni di scuola. Il movente? La gelosia per un ex fidanzatino. Una brutta storia maturata tra ragazzini di 13 e 14 anni, alcuni italiani, altri stranieri che vivono regolarmente a Città di Castello dove frequentano la classe III media.

Al centro c’è la denuncia per minacce e lesioni che la vittima del pestaggio ha presentato dopo essere stata curata al pronto soccorso e raccolta dagli agenti del Commissariato di polizia che hanno aperto le indagini. Ieri nel corso di una conferenza stampa tenuta dal vicequestore Romualdo De Leonardis (in sostituzione temporanea del locale dirigente Marco Tangorra), sono state illustrate le risultanze degli accertamenti sfociati in una segnalazione inviata al Tribunale dei Minori che poi deciderà come procedere.

Il fattaccio. Tutto si è consumato domenica verso le 18 in piazza Matteotti: la ragazzina di 14 anni, tifernate, è stata avvicinata da una compagna di scuola che le ha sferrato, secondo quanto circostanziato nella denuncia, «tre schiaffi e un calcio all’inguine» di fronte ad almeno altri cinque coetanei che non avrebbero fatto nulla per dividerle o prestare soccorso.

Al termine delle botte, il gruppo si è allontanato e la studentessa pestata è andata a casa e, insieme ai familiari, ha deciso di rivolgersi per le cure del caso al pronto soccorso. I medici l’hanno dimessa con 7 giorni di prognosi. Ma non finisce qui e la ‘vittima’ denuncia il fatto alla polizia negli uffici del Commissariato dove racconta l’accaduto. Nel corso delle indagini è poi emerso che in realtà la ragazzina che l’ha picchiata ha agito per conto di una terza quattordicenne il cui ex fidanzatino da qualche giorno aveva iniziato a frequentare la coetanea picchiata. Tutto dunque nascerebbe da una banale storia d’amore tra adolescenti sfociata però in un gesto che di banale ha poco, soprattutto se si considera l’età dei protagonisti.

Più che per le lesioni riportate dalla quattordicenne, la polizia ha inteso rendere nota questa vicenda tra minorenni, per mettere in guardia famiglie e istituzioni, sull’allarme sociale. Allarme che si ingenera e cresce anche in un’età, come quella adolescenziale, in cui tutto dovrebbe essere possibile, senza però l’aggiunta di atti violenti o repressivi come questo. Le indagini, nel corso delle quali sono stati ascoltati anche numerosi testimoni, sono state portate avanti dalla Squadra Volante guidata dal sovrintendente Giancarlo Salvatori. Oltre alle lesioni inoltre si sono consumate minacce scritte, sempre nei confronti della vittima, anche sul social network Facebook, passaggio che ha consentito si ricostruire al meglio l’antefatto. Il tutto per un motivo veramente futile, come quello di un fidanzamento (se così si può chiamare a quell’eta, ndr) sfumato in favore di un’altra.