Pontedera, 20 marzo 2013 - Cani sottoposti a interventi chirurgici per nascondere droga nella loro pancia. Il primo caso scoperto in Italia (e da cui sono partite le indagini) era stato nell’aprile dello scorso anno a Pontedera quando i carabinieri, dopo mesi di indagini, arrestarono Massimo Pracchia, 32 anni, pregiudicato, ritenuto dagli investigatori uno spacciatore di rilievo nell’ambito della Valdera. Uno dei cani del giovane pontederese, di razza Dog de Bordeaux, fu trovato con quasi un chilo e mezzo di cocaina purissima in pancia. La droga era suddivisa in ovuli e la scoperta fu casuale perché i militari dell’Arma intervennero nella casa del pontederese avvertiti da un vicino preoccupato per una furibonda lite tra lo stesso Pracchia e un altro uomo. Gli accertamenti immediati e la perquisizione portarono al rinvenimento di ovuli di cocaina insanguinati. E qui iniziarono i sospetti. Poco tempo dopo da una clinica veterinaria della Valdera i carabinieri furono avvertiti del cane che era stato portato da una giovane perché moribondo. Aveva in pancia 1.475 grammi di coca. Quella donna era la sorella (ignara di cosa il Dog de Bordeaux avesse in pancia e perché si sentisse male) dell’ex fidanzata del Pracchia e in questo modo ai carabinieri si aprirono tutte le porte delle indagini. Era evidente che il cane era un corriere della droga. Un altro cane, dello stesso trentaduenne di Pontedera (di razza Rottweiler), presentava la stessa cicatrice nella zona addominale. I due animali - salvati dai veterinari - erano risultati iscritti all’anagrafe canina italiana ma con microchip straniero.

Ieri a Milano e in altre città, la polizia ha eseguito 75 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Si tratta di appartenenti - quasi tutti dell’America Latina e tra questi 18 minorenni - a un’organizzazione dedita al traffico di stupefacenti e detenzione di armi. Per trasportare la droga anche questi criminali facevano uso di cani di grossa taglia che venivano operati per nascondere la droga nel loro addome. Una volta in Italia le povere bestie venivano uccise - al contrario di quanto accadeva lo scorso anno a Pontedera e in Valdera dove con molta probabilità la droga veniva recuperata tramite un altro intervento chirurgico da un veterinario compiacente - per prelevare la cocaina. A Milano il traffico è stato scoperto grazie alla confessione della donna di un trafficante che così ha salvato l’unico cane-corriere scampato alla morte.

di G.N.