di SARA BESSI
 

Prato, 26 gennaio 2013 - INKA è una bella femmina di pastore tedesco di tre anni e resterà negli annali dell’ospedale come il primo amico a quattro zampe che ha varcato la soglia del Misericordia e Dolce per far visita alla sua padrona ricoverata per un intervento. E’ la storia di Gabriella Passudetti, 55 anni istruttrice nazionale Ucis (Unità cinofile italiane da soccorso) che ha potuto rivedere uno dei suoi «bambini» dopo aver superato la fase acuta dell’operazione, grazie alla novità introdotta dal Regolamento comunale per la tutela e il benessere degli animali in città (articolo 17 e 17 bis), che dà la possibilità di presenza di animali d’affezione nelle case di riposo e negli istituti di cura («Il Comune riconosce la validità delle forme di cura che utilizzano gli animali per alleviare particolari patologie o situazioni di disagio non acute. A tal fine si impegna a favorire la diffusione presso le strutture sanitarie esistenti della Pet Therapy o l’incontro anche occasionale con i propri animali d’affezione»).


Gabriella, che dal 1978 lavora con i cani e che, insieme al marito Loreto D’Amico, dirige una scuola di addestramento a Casale, qualche mese fa ha avvertito dei problemi di salute. «E’ successa una cosa strana: Kira, la più piccola delle mie bambine, una barboncina, ha iniziato a leccarmi la pancia. E’ da lì che ho scoperto che c’era qualcosa che non andava per il quale è stato necessario il ricovero e l’intervento nell’unità operativa di ostetricia e ginecologia diretta dal dottor Giansenio Spinelli. Ero preoccupata per i miei ‘bambini’ che erano a casa: Inka, Axia, femmina di labrador, Lorin una femmina di pastore tedesco, Ixy, un altro pastore tedesco maschio e Kira. Li chiamo i miei bambini perché li considero come tali: io e mio marito non abbiamo avuto figli e per noi i cani sono tutto. A loro abbiamo dedicato anche la nostra vita professionale. E’ dal ’78 che me ne occupo, partendo come insegnante di comportamento per animali, poi nell’86 ho iniziato a seguire il settore agonistico e dal ’93 mi interesso di istruire i cani per la protezione civile e per la Pet Therapy. E per dieci anni ho lavorato come guardia giurata con il cane, fra Prato e Firenze».
 

 

LA BELLA INKA con pettorina Ucis è stata accompagnata in ospedale dal marito di Gabriella. «E’ stato un momento spettacolare — dice — Ne sono ancora commossa: quando mi ha vista dalla contentezza mi ha abbracciata, mi è saltata addosso. Mi ha leccata sul viso. Non ci sono parole per descrivere l’incontro. Mi ha dato una grande carica aver rivisto prima Inka e poi Kira: la malattia butta giù psicologicamente e la loro presenza in ospedale, in visita come una persona che ti è vicina, trasmette una grande energia e la voglia davvero di guarire al più presto per tornare a stare con loro a casa». Gabriella ringrazia «il Comune e l’assessore Dante Mondanelli che con il nuovo Regolamento hanno aperto la strada a questa nuova opportunità per chi è in ospedale e vuole incontrare i propri animali e l’Asl 4 per la sensibilità e la disponibilità dimostrate».

 


LA PET THERAPYcome tale è stata già avviata al Misericordia e Dolce fin dal 2011 con Ami e Enci e riproposto con il contributo dell’assessorato alle politiche sociali del Comune col progetto «Thelma» «che interessa i pazienti della neuropsichiatria infantile e della pediatria con la cagnolina Olimpia — spiega l’assessore alla salute, alle politiche sociali e alla protezione civile Mondanelli — Ora abbiamo fatto un passo in avanti grazie al nuovo Regolamento di tutela degli animali: la possibilità di accesso a visita di animali d’affezione, non ‘professionisti’di Pet Therapy, al proprio padrone ricoverato in ospedale. Ciò può avvenire solo seguendo una procedura precisa di sicurezza e rispetto sia verso il paziente (che abbia superato la fase acuta della malattia) sia verso gli altri ricoverati del nosocomio. Per poter avere questa opportunità, si deve presentare una specifica richiesta alla direzione aziendale sanitaria. Questa prima volta dell’ingresso di un animale di affezione in ospedale è il risultato della collaborazione e disponibilità dell’Asl che ringrazio». Soddisfatto il sindaco Roberto Cenni perché «Prato fa da apripista con il suo Regolamento a questa grande novità: è un segno di civiltà il fatto che una persona ricoverata possa ricevere la visita del proprio animale d’affezione. E’ un sostegno in più per la salute di chi è ammalato».

 

«Per chi è amante degli animali ricevere in visita il proprio animale in corsia è come ricevere un proprio caro — dice il dottor Giansenio Spinelli — Non c’è stato nessun problema a offrire questa possibilità seguendo regole di sicurezza e privacy».