Certaldo (Firenze), 22 gennaio 2013 - Sessantanove milioni di euro: la cifra più alta mai chiesta per riparare ad errore giudiziario. E’ il conto che i legali di Giuseppe Gulotta, il muratore di Certaldo assolto il 13 febbraio scorso dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria per l’omicidio di due carabinieri nella caserma di Alcamo Marina (Trapani) nel 1976, hanno ufficialmente presentato allo Stato Italiano. Gulotta, condannato all’ergastolo, ha trascorso ben 22 anni della sua vita in carcere, da innocente.

«La riparazione dell’errore giudiziario — spiega il legale Pardo Cellini — va commisurata alla durata dell’espiazione della pena e alle conseguenze personali e familiari derivate dalla ingiusta condanna —. Tenuto conto della durata della grave vicenda e del periodo di detenzione patito, il danno complessivo è enorme. Quest’uomo ha subìto un danno patrimoniale, che comprende sia la perdita dell’attività lavorativa che l’obbligata rinuncia a tutte le chances professionali, oltre all’entità dei contributi previdenziali versati. A questo si aggiunge poi il danno non patrimoniale, declinabile in danno biologico, morale ed esistenziale».
 

«E’ una cifra molto alta che a stento riesco a pronunciare — commenta lo stesso Gulotta — Ma ciò che mi è stato tolto è incalcolabile. Penso a tutte le occasioni mancate, alle opportunità perdute: all’epoca della condanna definitiva, nel 1990, ero un bravo muratore avevo una ditta individuale ben avviata che fatturava circa 100 milioni di lire all’anno. Nel 1976, invece, prima dell’omicidio dei due carabinieri, avevo fatto domanda per la Guardia di Finanza e c’erano buone possibilità che mi prendessero. Poi mi accusarono e tutto andò in fumo».
 

Il risarcimento più alto pagato dallo Stato, pari a 4,6 milioni, al momento lo ha ottenuto Daniele Barillà, scambiato nel 1992 per un trafficante internazionale di droga. Barillà, condannato a 18 anni, ne ha passati 7 in carcere, da innocente. Poiché Gulotta ha trascorso in cella oltre il triplo del tempo, da un mero calcolo matematico avrebbe diritto almeno a 14 milioni di euro. Il legale Cellini, però, ritiene che per il caso di Gulotta, tragicamente unico nel suo genere, vadano valutati molti altri aspetti: le torture subìte, le indagini approssimative, gli errori commessi da più giudici. «Abbiamo intrapreso una procedura bonaria, riservandoci però di agire in modo più risoluto se da parte dello Stato non vedessimo la volontà di trovare un punto d’incontro».
Irene Puccioni