di Cristina Rufini


Grosseto, 4 gennaio 2013 - Nello stesso giorno in cui l’ex comandante della Concordia, Francesco Schettino, si è presentato in aula a Torre Annunziata, per cercare di invalidare il suo licenziamento, all’Isola del Giglio è stata completata la rimozione parziale del fumaiolo giallo che svettava dall’ultimo ponte del relitto. Quello, per intenderci, che ha quasi toccato uno degli scogli di Punta Gabbianara, il 13 gennaio di un anno fa.

 

I tecnici del consorzio di imprese Titan-Micoperi, ieri, hanno rimosso la parte superiore, perché c’è la necessità di far passare una delle piattaforme impegnate nei lavori di rimozione proprio tra lo scoglio e il relitto. «E’ probabile — spiega il sindaco del Giglio, Sergio Ortelli — che terminato l’intervento, possa anche essere rimesso al suo posto. Ancora non è chiaro».


Da ieri, comunque, il cilindro giallo dove è impressa in azzurro la «C» di Costa Crociere, è molto più piccolo. Attorno al relitto, inoltre, sono stati eseguiti altri controlli di Arpat, da cui è emerso un quadro sostanzialmente positivo delle acque circostanti il relitto, salvo qualche traccia di solventi e saponi nell’area di poppa.


Sempre ieri Schettino si è presentato davanti al giudice del lavoro di Torre Annunziata, Emanuele Rocco, per contestare la decisione della compagnia di navigazione di licenziarlo. «Si tratta di un caso complicato», si è limitato a commentare il giudice Rocco, sorridendo.
Complicazione che deriva da tre cause di lavoro aperte per ratificare o meno il licenziamento: due al tribunale di Genova, adite da Costa, e una a Torre Annunziata voluta dal comandante, assistito dall’avvocato Rosario D’Orazio.
 

MOTIVO DEL contendere se Costa può, come ha fatto, appellarsi al rito Fornero — una sorta di abbreviato nelle cause civili — per ratificare il provvedimento con cui il 19 luglio scorso ha deciso di «liquidare» il capitano di lungo corso. «La legge Fornero — afferma il giudice Rocco — non chiarisce se il rito accelerato valga solo per il lavoratore o anche per il datore di lavoro». Intanto il giudice ha preso tempo. Schettino, in giaccone e pantaloni neri, si è presentato in aula insieme al suo legale. Non ha rilasciato dichiarazioni, neanche ai giornalisti che lo hanno atteso fino a mezzogiorno, quando si è conclusa l’udienza. Prossima tappa mercoledì, quando sarà il giudice del lavoro di Genova a dover sciogliere la propria riserva.