La Spezia, 29 dicembre 2012 - Quasi millecinquencento persone hanno preso parte ieri sera alla fiaccolata organizzata sul lungomare santerenzino dal movimento ‘Se non ora quando’ in segno di protesta contro don Piero Corsi, il parroco ‘colpevole’ di aver affisso alla bacheca della chiesa un manifesto, desunto dal sito Pontifex, che accusava le donne di provocare il femminicidio. La fiaccolata, che è stata pacifica fino alla fine, da ultimo è degenerata in bagarre, scatenatasi quando un gruppo di manifestanti, arrivati sul sagrato della Madonna dell’Arena per deporre lumini e fiori, è entrato in costrasto con i fedeli che assistevano a una funzione religiosa. Urla, schiamazzi, qualche spintone. Un parrocchiano ha anche tentato di strappare la macchina fotografica a un reporter e per riportare la calma è stato necessario l’intervento dei carabinieri.
 

Eccezion fatta per questo episodio isolato il presidio si è svolto nel segno della testimonianza e della solidarietà nei confronti dei familiari delle 122 donne vittime di femminicidio nel corso del 2012. Al microfono sono state lette i messaggi postati attraverso i social network dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dalla responsabile di ‘Casa Rut’ Rita Giaretta, la suora antiracket, e da Serena Dandini, che sollecitata dalle donne di Ipazia, ha dato la propria disponibilità a portare a Lerici il suo spettacolo itinerante «Ferite a morte». «E’ il momento di dare un segnale forte, senza mezzi termini e mezze misure» ha detto a nome dell’associazione l’assessore regionale Raffaella Paita.

Tra i presenti molte donne ma anche tanti uomini. Il sindaco di Lerici Marco Caluri ha preso il microfono per ribadire: «Non c’è giustificazione alla violenza. Sull’affissione del volantino alla porta della chiesa il vescovo ha preso posizioni forti e noi siamo con lui». In spiaggia centinaia di fiaccola e lumini, con i quali è stato acceso un cuore di luci sulla sabbia. E poi slogan con le scritte: «V comandamento: non uccidere», «La provocazione non è nei vestiti ma nei pensieri osceni di chi giudica e maltratta».

Le donne del gruppo di teatro iniziatico di Angelo Tonelli hanno messo in scena la parodia di un rito esorcistico, forse richiamandosi al ruolo ufficiale svolto da don Corsi per la curia, per scacciare i demoni dell’«oscurantismo». C’erano gli striscioni del centro antiviolenza Irene e tanti volti della Cgil, che ha appoggiato l’iniziativa. Per l’amministrazione lericina ha portato una testimonianza l’assessore Olga Tartarini, che ha voluto ricordare Barbara Armenio e Stefania Crocini, «due lericine vittime di femminicidio nel 2003». Alla fine della fiaccolata, e prima che in chiesa si scatenasse il putiferio, è stato osservato un minuto di silenzio e poi sono stati letti i nomi delle donne uccise nel dall’inizio del 2012 a oggi.
r.d.m.