Lerici, (La Spezia), 22 dicembre 2012 - DISPONIBILI ad autotassarsi per mettere insieme una cifra che sia ‘appetibile’ per tutti coloro che, in possesso di informazioni utili alla soluzione del caso, ancora tentennano di fronte alla possibilità di stabilire contatti con gli inquirenti. Mentre alla Spezia e dintorni proseguono senza sosta controlli e perquisizioni di carabinieri e polizia, da cinque giorni impegnati nelle ricerche di Andrea Calevo, rapito domenica sera nella sua villa di Narbostro, dal muro di riserbo che avvolge conoscenti e colleghi del giovane industriale trapela un’indiscrezione: una cordata di imprenditori locali avrebbe manifestato la disponibilità a raccogliere una somma di denaro non ancora quantificata, da offrire come ricompensa a chiunque, in possesso di informazioni utili alle indagini, si faccia avanti per dare un contributo.
 

UN’INIZIATIVA spontanea maturata sull’onda della solidarietà e sicuramente animata da buoni propositi, ma che, qualora dovesse essere formalizzata, sicuramente non potrebbe prescindere dall’autorizzazione della magistratura e anche dal filtro dei vincoli imposti dalla legge. Nel frattempo anche ieri le ricerche sono andate avanti serrate. Centinaia di carabinieri e poliziotti hanno perlustrato colline e casolari della Val di Magra alla ricerca di indizi e tracce.
 

IN MATTINATA il termometro che segna la temperatura dell’angoscia ha avuto un’impennata quando a Lerici si è sparsa la notizia del ritrovamento di un cadavere in un canale di Viareggio: era il corpo senza vita di un extracomunitario trentenne, ma inizialmente anche gli investigatori hanno pensato potesse trattarsi dell’imprenditore rapito a Narbostro. Nelle ultime ore alcune indiscrezioni hanno accreditato l’ipotesi secondo la quale i rapitori, in procinto di prelevare Andrea dalla sua abitazione, avrebbero detto alla madre: «Per riaverlo dovrete pagare un caro prezzo». Una circostanza che il procuratore capo della Dda di Genova Michele Di Lecce non conferma né smentisce. Una vera e propria richiesta di riscatto allo Stato comunque non sarebbe stata formulata, né ci sarebbero stati contatti con gli investigatori. «Le ricerche — ha aggiunto — Di Lecce — riguardano un’area geografica abbastanza estesa, ma è possibile che Andrea sia ancora vivo. E i familiari non devono perdere la speranza». Tra le piste investigative battute quella che ha preso campo nelle ultime porta dritto verso i paesi dell’Est. Gli uomini del Ros hanno infatti sentito più volte, come persona informata sui fatti, uno slavo pregiudicato residente in provincia.
 

L’ALTRO filone coltivato è quello dell’usura, che parebbe aver preso il sopravvento sull’ipotesi ’ndrangheta: il rapimento, in questo caso, sarebbe inquadrato come avvertimento, non ancora risolto, per questioni legate a possibili prestiti di denaro non onorati. Intanto ieri sera 1.500 persone circa hanno preso parte alla fiaccolata organizzata dal Comune di Arcola, dove ha sede la ditta Calevo, per chiedere la liberazione dell’ostaggio. E analoga iniziativa è attesa per la serata di domani a Lerici.
 

Roberta Della Maggesa