Pistoia, 10 settembre 2012 - LA FAMIGLIA Marchetta, proveniente dal salernitano, abita nel casale ristrutturato da poco tempo. Degli otto appartamenti ricavati nel gigantesco edificio di via del Pratale, diversi sono ancora vuoti. Le case più vicine sono, in realtà, troppo lontane per stringere non solo amicizia, ma piccole relazioni.

 

Nessuno sa di loro e nessuno, ieri mattina, si è accorto di nulla. Nessuno ha percepito la tragedia che, in un attimo, si è abbattua sui due giovani genitori, Alessandro Marchetta, 33 anni, che lavora al Materassificio Montalese, che ha la sua sede a San Pierino Casalvescovo, e Luana Villani, 30 anni, casalinga. La loro bimba, la piccola Alessia, che avrebbe compiuto un anno e mezzo il 20 settembre, durante una retromarcia del padre nell’aia davanti a casa, è stata investita dal suo suv. Non è sopravvissuta che pochi attimi alle gravissimelesioni riportate e inutile è stata la disperata corsa, da soli, dei due genitori all’ospedale del Ceppo.

 

Adesso sono entrambi ricoverati, in fortissimo stato di choc. All’ospedale sono accorsi subito gli agenti della Volante della questura e tutti gli accertamenti di legge sono stati svolti, per competenza, dai carabinieri. Nonostante che la dinamica dell’accaduto fosse tragicamente semplice, tutti gli atti formali sono stati compiuti.

 

La Procura della Repubblica non ha ritenuto necessario procedere all’autopsia sul corpicino, restituito in giornata alla famiglia. Il padre, come atto dovuto, sarà probabilmente indagato per omicidio colposo.

 

I funerali, a cura della Misericordia di Pistoia, si svolgeranno probabilmente nella giornata di domani. Ma orari, luogo e modalità, devono essere ancora stabiliti. A questo immenso lutto della famiglia Marchetta partecipa, in primo luogo, l’azienda di San Pierino. Il titolare, del Materassificio Montalese, Antonio Caso, vicepresidente del Pistoia Basket del quale è anche uno dei principali sponsor, per tutta la giornata si è messo a disposizione dei genitori e li ha aiutati in tutto e per tutto, anche nelle piccole cose. E’ andato al casale a prendere quello di cui avevano bisogno e non ha mai lasciato l’ospedale.

 

Lo abbiamo raggiunto al telefono, era in lacrime: «Non ce la faccio a parlare», sono le uniche cose che ci ha potuto dire.
 

lucia agati