Arezzo, 9 maggio 2012 - HA ASPETTATO sette anni. Sette anni tondi, quelli che nelle coppie segnano le forche caudine della crisi. Ma che per la chiesa, abituata a ragionare sui tempi lunghi, sono un giro di clessidra. Ha aspettato sette anni il Papa venuto da un paesino tedesco di mille abitanti per affacciarsi in Toscana. E alla fine ha scelto Arezzo, dove atterrerà domenica, dopo un’ultima curva in elicottero sulla curva nord dello Stadio.
 

E SOPRATTUTTO si è ritagliato addosso, neanche fosse un panneggio liturgico, una giornata dalle mille emozioni. Alcune anche personali. Perché Benedetto XVI torna in una terra che già conosceva da prete, lì dove addirittura ha pescato l’ispirazione per la sua tesi: una tesi su San Bonaventura, il teologo del francescanesimo, l’iniezione di sapienza nella regola semplice del poverello.

Fino al 1988, i due giorni di settembre passati a La Verna, tra le riflessioni dotte (ma anche un po’ semplici) su San Bonaventura e le chiacchierate tranquille in refettorio.
Arriva domenica il Papa al suo debutto in Toscana. Arriva alle 9 volteggiando su una città in festa.
 

TRAFFICO SBARRATO, percorsi colorati per raggiungere il parco storico del Prato, uno per ogni vallata, treni e pullman speciali, un’affluenza superiore alle trentamila persone. E sotto la scaletta troverà ad attenderlo perfino Mario Monti: un rappresentante del governo deve esserci ma stavolta Palazzo Chigi non ha badato a «spese». Viene lui, di fianco al presidente della Regione Enrico Rossi e al metropolita Giuseppe Betori: anche se poi sulla papamobile, come tradizione, salirà solo l’Arcivescovo Riccardo Fontana, un toscano di mare (è di Forte dei Marmi) prestato alla terra un po’ laica e un po’ cattolica dell’aretino.
 

DIECI ORE aretine, per l’esattezza. Il tempo di un lungo viaggio, nella fede e non solo: il percorso nel centro passando dalla piazza del Saracino, la Messa in diretta Tv con il finale in mondovisione. Ma anche i momenti più intimi, come il pranzo, circondato da tutti i Vescovi della Toscana, che ha voluto qui, con lui, per il suo debutto in regione. Imbandito con alcune specialità aretine, nel piatto e nel bicchiere.
O il canto di due bambini, Matteo e Giada: lei compie 13 anni il 13 maggio e canterà un pezzo sacro per il Papa, in Duomo. Una serenata per il Papa della teologia, prima che l’elicottero lo porti a La Verna, tra le pareti di Francesco e della sua memoria personale. In basilica anche le clarisse, grazie ad una dispensa speciale ad uscire dalla clausura.
 

Poi la processione alle Stimmate, agevolata da una pedana costruita dall’artigiano del Santuario, per superare le strettoie del convento. Poi ancora in elicottero, verso Sansepolcro, la città del Rinascimento e di Piero della Francesca. Che un Papa lo aspetta da 500 anni: e lo ospita per i mille. I mille anni dalla sua fondazione, che si vanno a incrociare con i mille anni dell’Eremo di Camaldoli. Roba forte, da far impallidire i sette nei quali Papa Ratzinger aveva rinunciato alla Toscana.

Alberto Pierini