Firenze, 9 marzo 2012 - NON ACCENNANO a placarsi le polemiche e le accuse di ipocrisia alla chiesa dopo i funerali religiosi di Lucio Dalla e della sua non sbandierata omosessualità. Ma all’interno del mondo cattolico c’è addirittura chi va oltre. Lo rivela un’inchiesta nel numero in edicola del settimanale “Panorama”, che cita il cappellano delle Piagge don Alessandro Santoro, che come altri preti nel resto d’Italia accoglie nella sua comunità i gay. «Qui — spiega a Panorama il sacerdote nell’articolo di Ignazio Ingrao intitolato “Lasciate che i gay vengano a me” — le coppie omosessuali partecipano anche ai corsi prematrimoniali insieme alle coppie eterosessuali». Cosa dica loro don Santoro «non è noto — postilla il sito Tempi.it, che riprende la notizia — probabilmente gli spiegherà perché non possono sposarsi in chiesa».

 

Comunque sia, il cappellano delle Piagge non è nuovo a simili aperture. Il 25 ottobre del 2009 ha sposato nella chiesa-container di via Lombardia, Sandra Alvino, diventata donna nel ’77, con Fortunato Talotta, civilmente suo marito dal 1983, e per quel “simulacro di sacramento’’, come lo definì la curia, l’arcivescovo Betori lo ha rimosso per sei mesi dalla cura pastorale della Comunità. Adesso la nuova presa di posizione rischia di porlo di nuovo in aperto contrasto con le gerarchie ecclesiastiche. Ma per don Santoro l’accoglienza vale qualunque rischio, come ha dimostrato in più occasioni. Del resto, ha ricordato il confessore di Lucio Dalla, padre Bernardo Boschi: «La Chiesa condanna il peccato, non il peccatore quando questi fa un certo cammino».