Perugia, 28 gennaio 2012 - Il ‘FILM’ dell’omicidio di Meredith Kercher è costato 182mila euro e rotti. Denaro che, se verrà confermata l’assoluzione di Amanda e Raffaele, resterà a carico dello Stato. Altrimenti dovrà essere pagato dai condannati. Si tratta della sequenza in 4 d realizzata per conto della procura di Perugia in cui — è una simulazione — la Knox colpisce l’amica con un fendente, Sollecito tenta di strapparle il reggiseno e Rudy Guede cerca un violento approccio sessuale e poi, con Mez sanguinante a terra, le tampona il sangue che esce copioso.


Ventitré minuti in tutto di orrore al quale — nell’ottica accusatoria — venne sottoposta la giovane studentessa inglese il primo novembre del 2007 in via della Pergola. Il dvd, realizzato con la stessa grafica utilizzata dai moderni videogiochi, fu proiettato il giorno della requisitoria dei pm Manuela Comodi e Giuliano Mignini, in primo grado. Seguì la condanna degli ex fidanzati a 26 e 25 anni di carcere.


Era il 21 novembre del 2009. Due anni dopo quella ricostruzione filmata è stata sconfessata dalla Corte d’assise d’appello che il 3 ottobre 2011 ha assolto Amanda e Raffaele, restituendo loro libertà e innocenza, dopo quattro anni di carcere. Ora che il Tgcom ha pubblicato i documenti della liquidazione dell’ufficio contabilità della procura alla società tuderte — la Nventa Id — che ha realizzato il supporto, è pronta una nuova polemica attorno al giallo di via della Pergola. Una spesa che il sito del tg definisce «folle».
La procura, come sempre si limita a ricordare di non aver mai messo a disposizione delle parti il filmato (mai depositato agli atti del processo, ma utilizzato solo come supporto tecnico della procura) proprio per evitare che venisse utilizzato per scopi non giudiziari, ovvero le trasmissioni televisive e la spettacolarizzazione del delitto di Mez. Anche recentemente tv americane ne avrebbero fatto richiesta ottenendo un secco ‘no’ dall’ufficio giudiziario.


Chi chiarisce cosa sarebbe accaduto è invece la stessa società di Todi che creò un database — come riportato nella fattura — per immettere tutte le informazioni del processo: dalle intercettazioni telefoniche alle testimonianze, dalle fotografie del luogo del delitto agli atti del dibattimento. La società precisa infatti che il compenso non si riferisce solo alla produzione del filmato. E’ stato infatti realizzato — sottolinea la Nventa id — anche «uno strumento di analisi delle carte processuali con relativo database e inserimento all’interno dello stesso di tutti gli atti, come strumento di analisi per i pm». Un lavoro durato circa nove mesi — spiega la società — e che ha impegnato otto tecnici, con continui aggiornamenti in base agli elementi che emergevano via via dal dibattimento per arrivare alla versione finale del filmato.


Intanto la procura generale è al lavoro per preparare il ricorso per Cassazione contro l’assoluzione di Amanda e Raffaele. I termini scadono a metà febbraio ma i magistrati hanno intenzione di depositare la richiesta in piazza Cavour entro pochi giorni.