Perugia, 22 settembre 2011 - Inizierà domani mattina la requisitoria della Procura, con i Pm Manuela Comodi e Giuliano Mignini, nell'ambito del processo d'appello sulla morte di Meredith Kercher. Secondo il ruolino di marcia del processo, l'accusa parlerà per oltre un'udienza e mezza, fino a sabato. Da lunedì a venerdì sarà la volta delle requisitorie delle difese di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, condannati in primo grado rispettivamente a 25 e 26 anni; poi toccherà alle parti civili, tra cui la famiglia di Meredith e la proprietaria della casa di via della Pergola dove fu uccisa la ragazza inglese.

 

Si entra dunque nella parte finale di un processo d'appello che ha visto colpi di scena e ribaltamenti di fronte. Come la perizia sul Dna redatta dai nuovi periti scelti dalla Corte d'appello che ha senza mezzi termini cassato la
metodologia scientifica utilizzata dai periti della procura nel primo grado, che avevano individuato tracce del Dna di Amanda e Raffaele sul coltello, presunta arma del delitto, e sul gancetto del reggiseno della vittima, repertato
soltanto 45 giorni dopo l'omicidio.

 

Per i periti super partes della corte d'appello non c'è traccia del Dna di Meredith sulla lama del coltello da cucina sequestrato, anche se confermano la presenza del profilo genetico di Amanda sull'impugnatura. Per quanto riguarda invece il Dna di Sollecito sul gancetto di reggiseno, hanno rilevato una forte commistione con altri Dna sconosciuti, e questo potrebbe essere un segnale di potenziale contagio dei reperti, come più volte paventato in aula dalle difese.

 

L'accusa, richiamando in aula i propri periti, ha ribattuto punto su punto alla perizia di secondo grado, sostenendo in primis che non ci sono standard scientifici accertati riguardo ai quantitativi di Dna da analizzare per individuare e dare un nome ad una potenziale traccia. La dottoressa Stefanoni, tecnico della Procura, ha spiegato di aver utilizzato i kit scientifici standard e di avere attinto ad una letteratura di studio che è alla base di
tantissimi processi, dove il Dna è l'unica via per individuare i colpevoli.

 

Ma nella requisitoria i Pm non faranno del Dna una colonna portante della loro ricostruzione della notte dell'omicidio. In aula faranno risuonare le parole dei testimoni che hanno visto Amanda e Raffaele a pochi metri da via della Pergola prima dell'omicidio, smentendo così l'alibi della cenetta romantica e film al computer, ribadito dai due ex fidanzati.

 

Inoltre, l'accusa utilizzerà la deposizione dell'altro grande indagato e condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio Kercher, Rudy Guede; il ragazzo ivoriano in appello, sollecitato dall'accusa, ha detto che la notte dell'omicidio vide entrare nella stanza di Meredith Amanda e Raffaele, identificando per la prima volta
Sollecito, mentre prima si era riferito genericamente ad ragazzo italiano. Guede si trovava, a suo dire, in compagnia della ragazza inglese per un presunto appuntamento di natura sessuale, interrotto proprio dall'ingresso dei due giovani.

 

La requisitoria delle difese, invece, sarà incentrata, come già annunciato dai legali, proprio sulla questione dei discussi e contrastanti risultati del Dna. Per confermare la tesi dell'assassino unico, sfruttando anche i vuoti della ricostruzione dell'accusa, come la mancanza di testimoni che certificano l'incontro e l'accordo tra Amanda, Raffaele e Rudy che sarebbe stato finalizzato all'omicidio.