Firenze, 15 gennaio 2011 - Mille giorni. Sono quelli che il sindaco Renzi ha chiesto come limite massimo per la realizzazione delle linee due e tre della tramvia. E l’accordo è davvero vicino. Il sindaco non ne fa ancora cenno, ma dalle riunioni fiume dei tecnici scivola la prima conferma: l’accordo per la linea due, quella che collegherà Peretola alla Stazione, è già stato raggiunto.

 

Qualche ‘finestra’ è invece rimasta aperta sulla linea tre (Careggi- Stazione). Qui, infatti, il problema si chiama variante Valfonda. Alle aziende tocca anche l’onere della progettazione del sottopasso Milton-Strozzi e del collegamento con la stazione. Quella progettazione dovrà poi essere approvata dal Ministero. E sui tempi ministeriali nessuno se la sente di accettare la ghigliottina di una pesante penale. Riunioni, consultazioni e confronti sono quotidiani e i tecnici sono ottimisti. Entro la fine di gennaio tutti gli accordi saranno firmati. Poi l’amministrazione comunale avrà bisogno di un mese per predisporre il piano della comunicazione alla città. E ai primi di marzo per Firenze ripartirà la nuova sfida sui binari cittadini. Certo alla vigilia della partenza il calderone cittadino sobbolle all’idea dei nuovi disagi che i fiorentini dovranno affrontare. Renzi è già pronto ad affrontare la tempesta.

 

LE WEBCAM. Ieri, forse per provocazione o eccesso di zelo, ha addirittura lanciato l’idea di istallare delle webcam nei cantieri. Per controllare l’andamento dei lavori. Perché non succeda, come nei cantieri della linea 1, che trascorrano intere settimane senza vedere un operaio al lavoro. "L’ho detto a quelli delle aziende — ha spiegato Renzi — e loro si sono messi a ridere pensando che scherzassi, che gli metto la webcam nei cantieri della tramvia. Forse è contro la privacy, vedremo, ma dobbiamo avere la certezza che si lavora.Non vogliamo partire e poi magari rimanere fermi a metà strada: occorrono tempi certi".

 

E i tempi certi sono, senza dubbio, un obiettivo condivisibile anche per i sindacati, le webcam invece sono una palese violazione dei diritti dei lavoratori. "Si tratta di uno strumento sbagliato — commenta il segretario generale della Cgil di Firenze, Mauro Fuso — perchè può presupporre il controllo a distanza dei lavoratori. Siamo d’accordo con gli obiettivi, magari parlarne prima poteva essere utile". Stessa posizione per Ottavio De Luca, Fillea-Cisl: "Disponibili a lavorare di notte e con tutti i possibili strumenti di flessibilità, ma le telecamere sono al limite della democrazia". Scuote il capo anche Ernesto D’Anna, Uil edili: "Mi auguro che si tratti di una provocazione, perchè lo statuto dei lavoratori sulla videosorveglianza è molto preciso. E poi, Renzi dovrebbe saperlo, la tempistica dei cantieri dipende dalla certezza dei finanziamenti e del progetto. E questo, se non sbaglio, è il lavoro del sindaco. Magari dell’assessore all’urbanistica che ancora non ha nominato".

 

I DANNI ECONOMICI. L’altra nota dolente che urge al portone di Palazzo Vecchio è la quantificazione dei possibili danni che i cantieri provocheranno alle attività commerciali in città. Ieri il sindaco ha ripetuto la sua ricetta: "Ai commercianti che temono di subire perdite dall’apertura dei cantieri, dico: portateci le dichiarazioni dei redditi degli ultimi 3 anni, vediamo quanto perdete, e sulla base di questo daremo una mano".

 

Il passaggio, però, non è così semplice. Lunedì il vicesindaco Dario Nardella ha convocato una riunione in Palazzo Vecchio con gli assessori alla mobilità, Massimo Mattei, e al bilancio, Angelo Falchetti. Ci saranno tutti i dirigenti, dall’urbanistica al commercio e in quella sede sarà messo a punto il piano del Comune che entro la settimana successiva sarà presentato anche alle categorie economiche. E’, di fatto, il primo vero incontro ufficiale sulla possibile emergenza tramvia.

 

A poco più di un mese dall’avvio dei lavori, infatti, nonostante gli allarmi lanciati dalle categorie economiche (Confesercenti e Confcommercio in prima linea) manca ancora il famoso cronoprogramma. "Non sappiamo ancora — spiegano a una voce il presidente di Confesercenti Uliano Ragionieri e il vicepresidente di Confcommercio, Daniele Locchi — nè quando, nè con quale tempistica, nè esattamente da dove passeranno le linee due e tre. Impossibile fare previsioni di qualunque genere in queste condizioni". Manca ancora, del resto, una quantificazione precisa dei danni subiti dagli operatori commerciali presenti sul tracciato della prima linea delal tramvia. Quella in funzine dal febbraio 2010.

 

E la vede nello stesso modo anche il presidente della Camera di Commercio, Vasco Galgani, già oggetto degli strali del presidente della commissione mobilità, Eros Cruccolini per il mancato inserimento di un fondo di garanzia nel bilancio 2011 dell’ente. "Siamo pronti a fare la nostra parte — spiega Galgani — ma abbiamo bisogno di elementi più certi. L’idea di un fondo di garanzia è possibile, ma prima devono essere stabilite delle regole per accedere a quei finanziamenti. Vorrei ricordare che non è solo una questione di soldi, ma soprattutto di organizzazione dei lavori e della mobilità intorno ai cantieri. C’è stato richiesto un fondo da 500mila euro. Sono convinto che potrebbe esserci bisogno di un finanziamento molto più consistente. Vedremo. Credo però sia giusto che, prima, sia fatta la massima chiarezza".

 

Pronto a partecipare a un osservatorio permanente anche l’Udc verso il Pdn. "Da tempo — spiega il consigliere comunale Massimo Pieri — abbiamo sollevato il problema e siamo pronti, anche dal fronte dell’opposizione, a dare una mano per il monitoraggio dei lavori".