Firenze, 21 giugno 2010 - Una morte lenta, costante. Stretti in una morsa infernale, i commercianti di via dell’Oriuolo e via del Proconsolo stanno progressivamente tirando giù il bandone. L’ultimo, in ordine di tempo, sarà Gestri. Oltre quarant’anni di vendita di scarpe, sacrificati - dalla prossima settimana - sull’altare di pedonalizzazione e bus che hanno cambiato strada. Un angolo di Firenze diviso tra clienti che non passano più, supermercati stranieri in arrivo e guerra psicologica tra commercianti ed abitanti. I quali, da quando sono sparite le orde di persone che scendevano una volta dal 23 e dal 14, sono più contenti.

 

Ma i negozi, no. Stanno chiudendo. Alcuni arabi sono già arrivati in zona a rilevare i fondi. Altri - cinesi, al posto di Gestri - apriranno attività a breve. La convinzione è che questo spicchio di città, una volta porta di accesso allo shopping, diventi nel giro di pochi anni un’altra San Lorenzo. Una zona dove di fiorentini non se ne vedranno più. “Finirà così - dice Leonardo Gestri, che sta facendo le valigie per andare in via Datini -. La crisi ci ha tolto il dieci per cento di lavoro. Il Comune l’altro trenta. Il colpo fatale. La gente qui non è che in bus non arriva. Ci sono i mezzi elettrici. Il problema è che, per tornare a casa, bisogna andare in piazza San Marco”.

 

“Mi chiedo che testa hanno avuto i nostri amministratori a fare queste scelte - aggiunge Giovanni De Rossi, che gestisce il bar all’inizio di via del Proconsolo. Hanno detto di voler cambiare Firenze e lo stanno facendo. Ma, nel nostro caso, sicuramente in peggio”.

 

Maria Luisa Bargioni, da trent’anni gioielliera nella stessa strada, ormai vede solo qualche turista: “Gli italiani che venivano da me in autobus sono spariti. E la zona di Santa Croce, con questa nuova organizzazione, è stata sostanzialmente isolata”.

 

Sulla stessa lunghezza d’onda Nawaf Rabah, commerciante di borse ed oggetti in pelle: “Noi non pensiamo certo a chiudere - dice - ma è evidente che di persone ne passano davvero poche rispetto ad una volta. Noi siamo qui dal 1993 ed un deserto come oggi non lo avevamo mai visto”.

 

“Siamo almeno al trenta per cento di vendite in meno - spiega Silvia Margiacchi, titolare del negozio Blunauta. Meno male che la mia commessa si è licenziata da sola. Altrimenti non ce l’avrei fatta. Ci mettono tutti i bastoni tra le ruote. Non solo di gente non ne passa più, ma quando si trova uno sponsor per fare l’illuminazione di Natale all’angolo di piazza del Duomo, come accaduto lo scorso dicembre, il Comune ci dice di no”.

 

“Figurarsi noi che abbiamo prevalentemente clientela di una certa età - dice sorridendo Tiziano Vella, titolare del negozio di apparecchi acustici -. Ora, per tornare a casa, molti prendono il taxi”.

 

I dati di Confcommercio e Confesercenti sono all’unisono: i commercianti tra via del Proconsolo e via dell’Oriuolo, ma anche via Martelli ed altre strade dell’area, hanno subìto un calo di vendite pari a circa il trenta per cento.

 

“Con la pedonalizzazione del Duomo e la riorganizzazione del trasporto pubblico ci sono zone del centro non servite e che soffrono - dice Uliano Ragionieri, presidente Confesercenti Firenze -. Il problema esiste e non si può aspettare la tramvia per risolverlo. Ci vuole - conclude Ragionieri - una soluzione rapida”.

 

“In centro sembra che tutto sia stato organizzato per tenere i fiorentini il più lontano possibile - aggiunge Alessandra Signori, presidente Confcommercio Firenze -. In un momento come questo, il rischio è di dare un colpo letale ad un sistema già duramente provato”.