I veleni nascosti sottoterra

Il commento

Luca Boldrini

Luca Boldrini

Livorno, 27 marzo 2017 - A PRATO un piazzale, il Palasaccio, è stato chiuso perché nel terreno sono stati riscontrati valori di diossine oltre i limiti di legge. Per chi non conoscesse la zona in questione, quella delle Fontanelle, basti sapere che è dominata da un impianto di depurazione dotato anche di inceneritore dei fanghi. E’ scoppiata subito la polemica: è da lì che viene la diossina? Mentre l’Arpat indaga, i cittadini che vivono in questo lembo di periferia a sud della città laniera, fra Prato e Poggio a Caiano, continuano a tremare pensando a cosa mangiano, bevono, respirano. 

E poi pochi giorni fa abbiamo diffusamente raccontato su queste pagine dell’amianto rinvenuto tra le dune a Marina di Massa. Come c’è finito? Quanto è pericoloso? Quando si parla di asbestosi in Toscana è difficile non pensare a Larderello e ai tanti malati di mesotelioma pleurico. Insomma, altra paura. Già che siamo in zona, nel Pisano, ricordiamoci dello scorso autunno, quando riportammo dell’indagine sui fanghi velenosi sparsi nei campi di grano della Valdera. Basta con gli esempi: la Toscana è una terra nota al mondo per la sua bellezza. Ma sotto la facciata quanto veleno c’è?  Postilla: al largo di Montecristo, qualche giorno fa, dei pescatori hanno visto una colonna d’acqua alta diversi metri. Colpa, spiega l’Ingv, di un «vulcano di fango» cioè di un’esplosione di metano dal sottosuolo marino. Un fenomeno naturale, quindi, ma anche un po’ simbolico come gesto di ribellione del nostro sottosuolo.