Rossi, quell'errore non è da Dottore

Il commento

Firenze, 22 maggio 2017 - Diciamolo apertamente: il Valentino di qualche anno fa non l’avrebbe combinata così grossa. Macché. Avrebbe attaccato, avrebbe stritolato l’avversario (e questo gli è riuscito anche stavolta), ma non avrebbe sbagliato. Mai. E il dettaglio, è evidente per tutti e soprattutto per lui, non è da trascurare. Già, perché Rossi ci ha abitutato troppo alla perfezione e quando è stato (per l’ennesima volta) perfetto nel prendersi la testa della gara, a spese di Viñales, tutti, ma proprio tutti, abbiamo pensato che a Le Mans si sarebbe celebrata (l’ennesima) impresa a cinque stelle. Firmata Rossi.

Nessuno invece aveva messo in conto che Valentino avrebbe potuto commettere un errore (lungo in curva) e poi vedere rosso, troppo rosso, nel ritrovarsi di nuovo dietro a Maverick. Ed è in quel ’rosso’ negli occhi che ieri, per la prima volta, Rossi è assomigliato troppo a un pilota normale. E ha perso la freddezza di sempre, la lucidità di chi sa arrivare al limite senza rischiare. È andato oltre Vale. È andato oltre quel limite, ha rischiato e ha gettato via un risultato straordinario. NO, QUELLO di Le Mans non era affatto il Rossi che celebriamo da anni.

No, non era lui, perché a tradirlo non è stata la moto, non sono state le gomme e nemmeno il gesto folle di qualche avversario che non ne poteva più di vederlo lassù, sempre in alto. Questa volta a tradire Rossi è stato lo stesso Rossi. Magari sotto il peso dei suoi 38 anni, forse perché ha capito che Vinales è davvero il predestinato numero a prendergli il posto. Peccato, caro Valentino.