Pugno di ferro contro i truffatori

Il commento

Simone Boldi

Simone Boldi

Firenze, 30 settembre 2016 - Vigliacchi. Ci sono crimini e criminali peggiori, certo, e nemmeno li citiamo per non precipitar nell’ovvio. Ma truffe e truffatori sono veramente quanto di più vergognoso, irritante, sconvolgente. Perché il reato ruota sulla capacità di farabutti a loro modo ingegnosi, malfattori dell’incantamento, di inscenare trucchi e odiosi siparetti per raggirare anziani soli e d’anima fragile, moltissimi di loro esposti senza difese al variare delle emozioni e degli accadimenti. Si susseguono perciò i casi di finti avvocati, appartenenti alle forze dell’ordine e persino magistrati, che al telefono narrano al malcapitato interlocutore in là con gli anni di fantomatici incidenti stradali in cui è rimasto coinvolto come colpevole un figlio o un nipote, con la conseguente richiesta di contanti o preziosi per pagare la scarcerazione del ragazzo (o la salatissima multa elevata per mancanza dell’assicurazione del mezzo).

Le ultime di cronaca sul capitolo truffe raccontano di lestofanti che spacciano fantomatici santini benedetti nei reparti d’ospedale, luoghi che più d’ogni altro dovrebbero essere protetti e rassicuranti. Si dirà: alla base del fenomeno c’è comunque, ahinoi, l’innocente complicità delle vittime dei raggiri. D’accordo: gli appelli all’attenzione e alla cautela rivolti agli anziani non bastano mai. Ma accanto a ciò, ci piacerebbe registrare l’inasprimento delle pene contro gli autori di reati tanto odiosi e vili.

Se è comprensibilmente difficile per polizia e carabinieri beccare questi delinquenti in flagrante, se le indagini in materia sono al limite dell’impossibile, almeno il codice preveda un pesantissimo numero di anni di carcere: pugno di ferro, per rendere le truffe che umiliano i vecchietti un ‘affare’ criminale il meno conveniente possibile.