In fuga da tasse e costo del lavoro: si salvi chi può

La Nazione risponde ai lettori

Alessandro Antico

Alessandro Antico

Firenze, 21 luglio 2017 - In Italia, a causa delle tasse e del costo del lavoro, le imprese sono fuggite mandando sul lastrico milioni di lavoratori. Anche i pensionati scappano: la loro pensione non viene più spesa in Italia. Ma se le imprese non ci sono e i pensionati neanche, a chi si pensa di aumentare le tasse? Patrizio Pesce, Livorno

Caro signor Patrizio, risale proprio a due giorni fa il lamento del sindaco di Bardi, in provincia di Parma: dei 2.185 abitanti, ben 1.517 vivono fuori Italia. Tornano magari una volta l’anno nelle case natìe, sulle quali non pagano, o quasi, Imu, Tari e Tasi. Per via di questi pensionati in fuga dai balzelli, il Comune emiliano rischia il crac. Nel caso di Bardi, il mancato gettito supera i 120mila euro l’anno, ma il risarcimento a spese dello Stato arriva a soli 11.400 euro. Che dire? In tutta sincerità, io non me la sento di condannare quei pensionati in fuga. Hanno lavorato (e pagato le tasse) tutta la vita: se ora hanno la possibilità di trascorrere il resto dei loro giorni all’estero, buon per loro. Certo, il concetto non è tanto educativo, ma non è educativo neppure uno Stato che ti stiracchia dietro una pensione da fame dopo che hai trascorso l’esistenza a faticare. Chi pagherà le tasse se tutti scappano? Caro Fabrizio, la sua domanda mi sorprende: le paghiamo noi lavoratori dipendenti con la busta paga. Come è sempre accaduto. E come sempre accadrà.