Siena, il rilancio con l'Unesco

Il commento

Laura Valdesi

Laura Valdesi

Siena, 24 settembre 2016 - Città da leggere e non da scorrere. Dove il turismo non sia solo mordi e fuggi ma sappia anche ‘ascoltare’ un luogo. Un’opera d’arte. O un monumento. Contestualizzandoli nella storia d’Italia. Quello che i siti patrimonio dell’Unesco propongono è un approccio inteso quale stimolo alla ricerca dei popoli e alla scoperta del bello. Siena, che nel settembre 2017 ospiterà il Salone mondiale dei siti Unesco (dopo Assisi e Padova), ha dunque un’occasione d’oro per dimostrare (ancora una volta) che il vero petrolio della città, come della Toscana e dell’Italia, si chiama appunto arte. Insieme a cultura, bellezza. E storia.

«Una finestra aperta verso il turismo di qualità», così il sindaco di Siena, Bruno Valentini, definisce la kermesse di cui ieri ha ricevuto il testimone e che consente al tessuto locale di cimentarsi con la vera sfida del futuro: ripartire. Dopo un triennio drammatico, attraversato dalla crisi economica e della sua banca, la città si rilancia candidandosi ad essere luogo d’incontro privilegiato per un dialogo sul turismo con tutto il mondo, mettendo in vetrina i siti e i beni patrimonio dell’umanità. Sette in Toscana, di cui quattro nella sola provincia di Siena: il centro storico della città, San Gimignano, Pienza e la Val d’Orcia. Mentre si attende il riconoscimento Unesco anche per la Via Francigena. A Padova lo scorso anno 20mila visitatori in tre giorni. Siena può fare meglio se il gioco sarà di squadra, com’è avvenuto finora. E se si comprenderà che il Salone mondiale dei siti Unesco è un volano di promozione turistica locale ma anche dell’intera Toscana.