Prima viene la sicurezza

Il commento

Firenze, 16 agosto 2017 - Da "113 pronto, in sei secondi" modello di riferimento mondiale, al 112 numero unico emergenze, già operativo in alcune province e sotto accusa anche con esposti alla Procura. Premetto che il Numero Unico per le richieste di soccorso pubblico e di pronto intervento lo considero uno dei pilastri fondamentali per la sicurezza delle città. Per far capire meglio l’importanza di questo “Servizio” mi piace paragonarlo con una immagine figurata, ad un dispositivo di regolazione del flusso, come un rubinetto che ha la funzione di alimentare o scoraggiare (con l’apertura o chiusura della valvola) le segnalazioni di reato da parte dei cittadini e, di conseguenza, permettere di attivare gli operatori di polizia deputati al pronto intervento e, a seguire, l’attività degli organi investigativi e della stessa Magistratura. Se si sa che chiamando il numero di emergenza si trova libero, gli operatori rispondono subito e sono professionali, al momento in cui avverte una situazione di disagio o pericolo, il cittadino non esiterà a chiamare mettendo in condizione le forze di polizia di sapere e di intervenire.

Viceversa se il cittadino ha avuto precedenti esperienze negative – dirette o anche per sentito dire – sarà orientato a non chiamare, alimentando così il numero oscuro dei reati e la speranza di impunità dei potenziali autori dei reati. Il 112 Nue ancora non è operativo in Toscana ma entro il prossimo anno è prevista l’attivazione. Visto che il suo funzionamento è determinante per la sicurezza delle nostre città, sarebbe meglio far gestire il Servizio da operatori delle Forze di Polizia sotto la responsabilità dell’Autorità di pubblica sicurezza anziché da personale dipendente delle Aziende/Enti del Sistema Regionale in distacco funzionale presso l’Areu e da operatori tecnici, dipendenti AREU, sotto la responsabilità della Regione. Sul punto aggiungo che a distanza di tanti mesi dall’attivazione della nuova procedura, sarebbe molto utile fare un punto di situazione per rendersi conto delle criticità emerse. Qualora fosse valutato politicamente utile far rispondere a un Call Center laico come avviene ora, si potrebbe valutare la possibilità di intervenire sul piano tecnico per prevedere che trascorsi X secondi, in assenza di una risposta dagli addetti al 112 NUE la chiamata possa andare direttamene, senza filtro, a Polizia o Carabinieri.

Questo consentirebbe di dare comunque una risposta in un tempo massimo tollerabile al cittadino, monitorare meglio le esigenze e, se ritenuto necessario, aumentare le postazioni e il personale, non sulla base delle capacità di far rispettare gli obiettivi del pareggio di bilancio, bensì su quelle delle esigenze di sicurezza della gente.

* Francesco Tagliente è ex prefetto di Pisa ed ex questore di Firenze