Nella scuola qualcosa non funziona

Il commento

Michela Berti

Michela Berti

Livorno, 26 settembre 2016 - C'è più di una crepa nel modello toscano della scuola. Non sono poche le proteste che, dal giorno della prima campanella, hanno tenuto banco in varie città della nostra regione. Pensiamo ad Aulla dove dopo l’alluvione e per il quarto anno consecutivo gli studenti sono costretti a seguire le lezioni nei container.

E a Livorno dove i genitori di molti bambini hanno dato vita ad una petizione per contestare le scelte dell’amministrazione sul trasporto dei loro figli a scuola. Da quest’anno l’abbonamento per lo scuolabus – che costa circa 200 euro e non può essere rateizzato – esclude la possibilità di usufruire di tutte le altre linee urbane del trasporto pubblico. La rabbia dei genitori è esplosa in una petizione che finirà nei prossimi giorni sul tavolo del sindaco. Ma anche sulle nomine degli insegnanti ci sono vibranti polemiche. E’ fresco il grido d’allarme dei sindacati sugli incarichi agli insegnanti, in particolare a quelli di sostegno.

Un problema che si fa drammatico per quelle famiglie con bambini disabili che hanno necessità di un supporto per l’attività scolastica. E in ritardo anche le nomine di bidelli e assistenti. Insomma una scuola in affanno che inizia sempre con un fardello di problemi. Per fortuna, ci sono anche buone pratiche come il progetto «A scuola senza zaino» apripista il piccolo comune di Fauglia, seguito dalla scuola elementare Carducci di Livorno.

E’ qui infatti che gli alunni delle prime classi del presidio di Montenero hanno inaugurato il loro cammino scolastico senza zaino. L’unico nodo è quello degli arredi: mancano armadietti e mensole in grado di ospitare il materiale didattico dei bambini. Ecco che, proprio da La Nazione, è partito l’appello di alcuni genitori rivolto a imprenditori pronti a sponsorizzare l’acquisto degli arredi. Si tratta della scuola pubblica, ma i Comuni non hanno soldi e gli armadietti si comprano solo grazie a donazioni da parte dei privati.