Il regionalismo virtuoso

Il commento

Firenze, 28 ottobre 2017 - Il referendum consultivo sull’autonomia regionale, che si è appena svolto in Veneto e in Lombardia, ha acceso i riflettori sul dibattito del regionalismo in Italia, inducendoci ad una riflessione sulla natura dei rapporti tra Stato e Regione. Consultivo certo, ma dal valore politico che non possiamo ignorare e anzi dobbiamo valutare attentamente, nonostante la genericità dei quesiti. Il caso della Catalogna ha inoltre posto l’indipendentismo al centro del dibattito europeo.

Le Regioni, col consolidarsi dell’Europa, rappresentano il vero punto di contatto tra istituzioni dell’Unione e territori, in quanto aggregano gli interessi dei propri Comuni riuscendo a esprimerli meglio dello Stato stesso. Basti pensare alla capacità di intercettare e veicolare i finanziamenti europei, che ad oggi, in Italia, arrivano a poco più del 50% di quelli potenzialmente utilizzabili.

Si sente la necessità di costituire un modello di regionalismo virtuoso che valorizzi il ruolo delle Regioni, non con referendum demagogici, ma ponendo allo Stato la questione di un’autonomia che, in base alle specificità delle diverse Regioni, può essere differenziata. La Toscana ha livelli di maggiore virtuosità rispetto a Veneto e Lombardia. L’esempio è l’organizzazione dei comuni: in Toscana abbiamo 276 comuni rispetto ai 575 del Veneto, nonostante la superficie della Toscana sia più grande del Veneto. E ancora, la Toscana ha una superficie che è poco più della metà della Lombardia, ma i comuni in Lombardia ammontano a 1506. I costi della pubblica amministrazione sono quindi maggiori in Veneto e Lombardia.

Anche sul piano energetico la Toscana si presenta come un’eccellenza. Il nostro fabbisogno energetico per il 50% proviene dalle forze naturali. Fra la geotermia, che supera il 30% del nostro fabbisogno, l’energia idroelettrica, l’energia eolica e le altre energie rinnovabili, sul deficit energetico che il paese si trova ogni anno a sopportare la Toscana è la meno gravosa.

La discussione tra Regioni e Stato deve quindi rimanere aperta e la Toscana può rivendicare un ruolo importante I beni culturali sono un ulteriore tema da affrontare. Gran parte dei musei territoriali, che richiamano turisti da tutto il mondo, sono statali e la Regione non ha nessun beneficio, o percentuale sul costo del biglietto.

Sono tanti i temi da affrontare in questa battaglia, che deve servire a ripagare il merito di una Regione virtuosa come la Toscana.

* Eugenio Giani è presidente del Consiglio regionale della Toscana