Uno specchio di immagini e ricordi

Il commento

Vincenzo Pardini

Vincenzo Pardini

Firenze, 21 gennaio 2017 - Le loro anime d’acciaio hanno resistito al trascorrere del tempo, e stanno tornando. Parliamo dei rasoi a mano libera o serramanico dei nostri nonni e dei ‘figari’ di un tempo, che hanno dovuto abbandonarli per ragioni igieniche, specie con l’avvento dell’Aids. Ma, adesso, stanno prendendosi la rivincita. Sono infatti sempre di più i giovani che li vanno riscoprendo e sul web li acquistano usati e nuovi, spesso realizzati da artigiani maestri del settore. C’è chi lo fa per la soddisfazione di perpetuare la tradizione dei nonni, e c’è, invece, chi deve ricorrervi per ragioni epidermiche, quando lamette e depilatori elettrici irritano la pelle.

Allora non resta che ripiegare sull’antica lama d’acciaio e alla ritualità che il suo uso comporta: saperla arrotare sulle apposite pietre e affilarla sulla coramella, poi lisciarla sul dorso della mano. Una maniera per prenderci anche meglio contatto, stabilendovi un senso di collaborazione e di intesa. Il suo taglio, oltremodo incisivo, deve infatti essere accostato al volto con sicurezza ed equilibrio, la mente sgombra da pensieri o altro.

Insomma, si deve stare concentrati come quando, con un’arma, ci si esercita al poligono di tiro. Allora il filo scorre e asporta la barba impastata di sapone asperso sulla faccia col pennello, in modo che massaggi e penetri meglio nei pori dell’epidermide. Di per sé, come facevano i parrucchieri di un tempo, per ottenere una rasatura perfetta, bisogna fare pelo e contropelo. Tra i cultori dell’amico rasoio troviamo anche Napoleone Bonaparte e Mario Soldati, che ne aveva una collezione. E non sono pochi coloro che continuano ad usare quelli dei nonni, in omaggio a memoria e identità di cui, il brillare di una lama d’acciaio, sembra esserne lo specchio. Uno specchio di immagini e ricordi.