Viareggio non è solo un pavone

La Nazione risponde ai lettori

Firenze, 22 giugno 2017 - In questi giorni mi trovo a Viareggio e ho letto la vicenda del pavone annegato. Tutto assurdo! Ma come si fa a mettere un pavone vicino a un laghetto? E’ incredibile: sembra che a Viareggio si faccia di tutto per complicare una situazione che mi pare già molto difficile di suo, e da tempo. Cordialità,

Giorgio Martini, Lucca

Caro signor Martini, cosa vuole che le dica? Lei ha pienamente ragione: Viareggio (che secondo noi è ancora una città bellissima) non finisce mai di stupire e di soffrire. La vicenda della pavoncella annegata è emblenatica del momento a dir poco travagliato che la città sta attraversando: un momento piuttosto lungo, a dire la verità, visto che dura ormai da anni... A nostro modestissimo avviso, non ci sarebbe stato proprio bisogno di mettere quella coppia di pavoni intorno al laghetto, poiché in ogni caso non è il loro habitat. Ma ammettiamo che è facile dirlo con il senno di poi. Amministrare una città non è facile per nessuno. Il fatto è che sono tante altre le cose di cui Viareggio ha bisogno. I problemi sono moltissimi e sono sotto gli occhi di tutti ogni giorno. La città ha bisogno di cure continue, di amore costante, di attenzione verso ogni cosa. Anche verso il laghetto, certo. Ma non dimentichiamoci il problema dei rifiuti, quello del dissesto - che è il vero nodo di fondo -, il porto, il Piazzone... C’è tanto lavoro da fare, per tornare a far sorridere Viareggio e chi la vive.