Occupazione, timidi segnali

Il commento

Firenze, 26 settembre 2017 - Nelle analisi da noi svolte sull’andamento dell’occupazione si registrano timidi segnali positivi che potrebbero rafforzarsi entro la fine dell’anno. Tuttavia preoccupa non poco il dato - sempre allarmante - sulla disoccupazione giovanile. Dall’inizio della crisi (2008 a fine 2016) sono stati persi quasi 100.000 occupati nelle fasce giovani (età 15-34 anni) e nello specifico meno 32,1mila donne e meno 58,2mila uomini pari al -12,6% di donne e il -17,5% di uomini.

Le nostre stime vedono un ritorno positivo per il 2017 con un’occupazione in crescita e con il lavoro femminile a trainare. In particolare un trend in crescita (dati stimati per la fine del 2017) con un +5% donne e un +2,5% uomini.

Anche se la strada da percorrere è ancora molto lunga. Dalle analisi fatte emerge un quadro molto delicato dove non viene bilanciata la perdita di opportunità lavorative nei settori tradizionali dell’economia con politiche aggressive di supporto all’auto-imprenditoria, di sostegno all’innovazione e di comprensione delle opportunità legate a nuovi settori. Tra le imprese che stanno creando opportunità di nuova occupazione, soprattutto all’estero, possiamo elencarne tre: 1) Analisi, comprensione e tutela della miriade di dati (Big data) che produciamo con i nostri smartphone ogni giorno;

2) Innovazione e nuove tecnologia a supporto di una popolazione sempre più anziana e con bisogni crescenti;

3) Industria 4.0 e opportunità di contaminazione tra mondi diversi, settori ad alto saper fare e start up o gruppi più o meno organizzati con approcci innovativi e aperti.

Sfide che dovremmo cogliere con forza e determinazione, ma soprattutto con azioni concrete, con individuazione e allocazione di risorse precise e scelte politiche mirate ad lungo periodo.

Per quanto riguarda l’export di Firenze disponiamo di dati provvisori fermi al primo e secondo trimestre 2017.

Mostrano un export in forte crescita con un aumento del 15% nel biennio 2015 - 2017 con questi settori a far da traino: articoli in pelle, abbigliamento, computer e prodotti di elettronica, prodotti alimentari e prodotti farmaceutici, con questi ultimi in forte crescita. Un po’ fermi invece macchinari e apparecchiature. Per il 2018 prevediamo un trend di crescita stabile, con un aumento dell’8% annuo (16% biennio 2016 - 2018).

* Lapo Cecconi  è presidente di reteSviluppo