Miele ko, estate tremenda

Il commento

Firenze, 15 settembre 2017 - L’anno 2017 non sarà un anno da ricordare ma bensì un anno da dimenticare per la produzione di miele con il raccolto ai minimi storici e in alcuni territori quasi allo zero. In totale l’Italia conta 45.000 apicoltori, di cui quasi 20.000 quelli che lo fanno non per diletto e autoconsumo, ma per immettere miele e prodotti apistici sul mercato. L’apicoltura rappresenta un settore importante per l’agricoltura, con 1,2 milioni di alveari, un valore stimato di 150-170 milioni di euro. Significativa è la presenza della Toscana che con i suoi 23mila quintali di miele detiene il 10% della produzione nazionale per un valore di circa 16milioni di euro. Gli apicoltori nella nostra regione sono circa 4700 e sebbene sia un settore dove è sviluppato l’hobbismo, una buona parte di questi sono veri e propri imprenditori agricoli. L’anagrafe regionale ad oggi censisce oltre 98.000 arnie.

Quest'anno oltre ai problemi cronici del settore, come quelli legati alla varroa o alla neo-arrivata vespa vellutina – spiega Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – si è aggiunto un clima bizzarro con fioriture anticipate e gelate primaverili, alle quali è succeduta un’estate caldissima e siccitosa. In queste condizioni estreme la produzione in certe zone è crollata dell’80%. Alcuni tipi di mieli sono andati completamente persi come l’acacia, il corbezzolo, il girasole. Un po’ meglio è andata nelle zone di montagna dove si è prodotto miele di castagno e millefiori.

Quindi il miele sugli scaffali sarà scarso e si ricorrerà all’importazione. Sebbene si tratti di un prodotto con l’indicazione di origine obbligatoria in etichetta le frodi sono sempre possibili e per questo – conclude Marcelli - invitiamo i consumatori ad un supplemento di attenzione privilegiando la vendita diretta e l’acquisto tramite la rete di Campagna Amica.

La nostra organizzazione – dice Antonio De Concilio, direttore regionale di Coldiretti – è molto preoccupata ed avverte tutta la responsabilità di assistere le molte imprese agricole che hanno creduto nello sviluppo del settore e che hanno nelle api l’attività esclusiva o prevalente.

Spesso sono giovani che hanno visto nell’apicoltura, oltre che una passione, l’opportunità di costruirsi una fonte di reddito. Dovremo accompagnare queste imprese a poter cogliere le opportunità previste dalle misure di sostegno alla produzione e commercializzazione del miele, di recente approvate dalla Regione Toscana - ricorda De Concilio - Tra gli interventi, sono previsti contributi per la razionalizzazione della transumanza e non solo ma anche acquisto arnie, macchine, attrezzature e materiali vari specifici.

* Tullio Marcelli è presidente Coldiretti Toscana