Premier e marito in Vaticano: i tempi cambiano

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis

Firenze, 28 marzo 2017 - Caro direttore, la scenetta del premier lussemburghese Xavier Bettel che presenta «il marito» a Mattarella è stata davvero esilarante. E dire che il Capo dello Stato ha «incassato» benissimo il «colpo» forse inatteso, e non ha fatto una piega. I tempi cambiano... Savino Martulli

Caro Martulli, il presidente Mattarella ha dato sfoggio di aplomb e di savoir-faire invidiabile, e almeno a vedere le immagini si è anche divertito quando il premier lussemburghese si è appalesato al ricevimento per i Trattati di Roma, al Quirinale, e ha presentato il marito. Ma ancora più divertente e, come dice Lei, segno dei tempi che cambiano è stata la scenetta in Vaticano, dove Bettel si è recato insieme al consorte e senza imbarazzi l’ha presentato a monsignor Georg Ganswein, l’ex segretario di Benedetto XVI e adesso prefetto della Casa Pontificia. In Vaticano vige un protocollo molto rigido, che prevede per esempio il velo nero per le regnanti (o consorti di capi di governo) non cattoliche e il velo bianco per le cattoliche. Un «marito» di un premier uomo non è di sicuro contemplato. Eppure il tedesco Ganswein, pure lui, ha mostrato buon viso a cattivo gioco. Il fatto stesso che una coppia gay sia stata ricevuta come una «normale» non era certo scontato. Sarà stato l’effetto Francesco. O semplicemente il segno che i tempi sono mutati. Per fortuna.