Scuola: pochi iscritti a cinque anni

La Nazione risponde ai lettori

Laura Pacciani

Laura Pacciani

Firenze, 22 luglio 2017 - Cara Nazione, sono il padre di un bambino di cinque anni che a settembre avrebbe potuto iscriversi a scuola ma abbiamo deciso di aspettare. Di lasciarlo ancora un anno ai suoi giochi. Esiste un dato sull’orientamento delle altre famiglie italiane? Bruno F. - Viareggio

Gentile Bruno, proprio in questi giorni l’istituito nazionale di valutazione scolastica ha annunciato che i bambini che affrontano con un anno di anticipo il percorso scolastico incontrano poi qualche difficoltà, soprattutto in matematica. Magari si tratta di gap recuperabili e neanche così significativi. Ma la maggior parte dei genitori italiani la pensa come lei. Solo l’1,6 per cento dei bambini iscritti in prima elementare ha cinque anni. Come dire, almeno i più piccoli salvaguardiamoli, finché è possibile, dalla frenetica corsa che li attende. Intendiamoci, i nostri bambini sono ormai tutti sveglissimi, già a cinque anni usano cellulari, tablet e telecomandi di ogni genere. Magari parlano un po’ di inglese e sanno leggere e scrivere. Perchè dunque non inserirli un anno prima a scuola per arrivare con anticipo alla fine del percorso scolastico? Un anno prima laureati, un anno prima sui banchi di un concorso. Ma la crescita non è una strada rettilinea che si percorre con la sola intelligenza. Crescere significa soprattutto maturare, imparare a conoscersi e trovare un giusto equilibrio emotivo. Anno più, anno meno.