Incendi, telecamere e sprechi

Il commento

Alberto Celata

Alberto Celata

Grosseto, 20 agosto 2016 - Avere la soluzione e non saperlo o, peggio ancora, aver lasciato passare così tanto tempo che gli strumenti, sofisticatissimi, forse non sono neppure più utilizzabili. In Maremma succede anche questo. Nei giorni in cui il territorio ha pagato pesantemente pegno ai piromani, il nostro giornale ha scoperto che da anni la provincia è dotata di telecamere (ma forse sarebbe più opportuno parlare di vere e proprie centrali di telerilevamento) in grado di coprire praticamente tutto il territorio. La provincia di Grosseto infatti è stata tra le prime realtà al mondo a sperimentare all’inizio degli anni Ottanta (dopo il grande incendio che colpì Monte Argentario nel 1981) la videosorveglianza boschiva con telecamere capaci di operare simultaneamente nello spettro del visibile e in quello dell’infrarosso.

Inoltre, grazie alla cosiddetta rilevazione termica, il sistema di videosorveglianza boschivo poteva scorgere anche il minimo movimento sospetto. Di più, ciascuna di queste telecamere (una dozzina in tutto) aveva la possibilità di guardare fino a una distanza di 15 chilometri, e quindi coprire circa 35mila ettari di bosco. Così buona parte dei boschi e delle pinete della provincia di Grosseto erano coperti. Insomma, avevamo un "tesoro" di prevenzione in casa e non lo sapevamo a tal punto che queste telecamere ormai da molti anni non solo non vengono usate, ma non hanno ricevuto alcun tipo di manutenzione.

Il fatto poi che la Provincia sia ormai in liquidazione non fa che aggravare la situazione. Perciò due domande sorgono spontanee. Che fine hanno fatto queste telecamere? E se la Provincia è stata tolta per eliminare gli sprechi, non usare la videosorveglianza, e di conseguenza essere poi costretti in caso di incendi a ricorrere a elicotteri e canadair, che hanno costi "importanti", non è aggiungere spreco allo spreco?