Ilaria Alpi, toghe sempre innocenti

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pierfrancesco De Robertis

Pierfrancesco De Robertis

Firenze, 21 ottobre 2016 - Caro direttore, l’esito del processo al presunto assassinio di Ilaria Alpi e del suo cameraman Miran Hrovatin lascia sbigottiti. Un innocente è stato assolto dopo 16 anni di carcere. Solo dopo tanto tempo ci si è accorti che indagini e processo erano stati fatti male. Chi risarcirà quel povero Cristo?

Savino Angiolini, Pistoia

Caro Angiolini, la vicenda cui lei allude è davvero incredibile, e non solo perché un uomo è stato incarcerato, tenuto sedici anni dietro le sbarre e poi, puff, di nuovo libero con tante scuse ci eravamo sbagliati. Se togliere la vita a qualcuno è punito con l’ergastolo, togliere sedici anni di vita dovrebbe avere una pena per lo meno equipollente. E invece non accadrà niente, nessuno andrà a vedere perché quelle indagini sono state fatte male, chi le ha portate avanti, chi erano i giudici che hanno stabilito la condanna (anzi le condanne, visto che si parla di più gradi di giudizio) e, come sempre accade quando qualcosa è fatto male, stabilire quali sono le conseguenze.

In un altro stato o in un altro settore accadrebbe, ma in Italia quando ci sono di mezzo le toghe tutto passa liscio. Nessuno paga. Quel povero disgraziato può ringraziare una giornalista che ha fatto riaprire il caso.