Elezioni, doppio schiaffo alla sinistra

Il commento

Firenze, 6 novembre 2017 - C’è un unico, immenso partito vincitore in Sicilia: quello dell’astensione. È fatto dai siciliani nauseati, che non ne possono più. Il Movimento 5 Stelle contava di catturare il consenso di questi elettori, ma, se gli exit poll saranno confermati, ha in parte fallito. Cancelleri non ha sfondato perché in solitudine e perché non ha avuto il coraggio di attaccare l’inverecondo abuso di potere perpetrato dalle classi dirigenti siciliane a danno dei propri concittadini. Si è accodato. Rispetto a cinque anni fa si sono invertiti i ruoli.

Dopo la disastrosa gestione Crocetta, è riemerso Nello Musumeci, a parti invertite. Se gli exit poll saranno confermati, il centrodestra ricompattato ha vinto le elezioni. Ma ciò non significa che il centrosinistra unito avrebbe vinto. Anche in assenza del concorrente Fava promosso da Articolo 1-Mdp e seguito, Micari sarebbe arrivato comunque terzo. Si conferma in proiezione nazionale che divisi si perde, ma nel trend decrescente del partito di Renzi e di tutta la sinistra divisi si perde due volte. Si aggiunge certezza a una quasi certezza, la sconfitta.

In chiave comparata con i risultati dell’ottobre 2012, poi, il Pd di Renzi è in riflusso. Un campanello d’allarme per la segreteria del partito. È vero che questa volta si presentava alle urne un partito che ha subito una scissione, ma nell’immaginario collettivo c’è un’asticella sotto la quale non si può stare, ed è il consenso raccolto dal partito di Bersani. La buona notizia per Renzi è che il gruppetto di liste che sostengono Fava sono ben lungi dal risultato dall’alleanza renziana con la lista di Alfano. Ma questa è un’arma a doppio taglio.

Come coltivare l’apertura al centro e riportare nell’alveo del centrosinistra scissionisti e affini per proporre qualcosa che abbia qualche potenzialità di successo? A oggi sembra essere per il Pd l’irrisolvibile quadratura del cerchio.