Dissesti, serve prevenzione

Il commento

Firenze, 12 settembre 2017 - Quanto successo a Livorno ci colpisce e ci addolora. Massima solidarietà alla città, cordoglio per le vittime, un grazie a chi sta lavorando per dare una mano. Superata la fase di emergenza, lontano da speculazioni e polemiche, è chiaro che bisogna lavorare nella logica della prevenzione, non dell’emergenza. E’ indispensabile una pianificazione degli interventi su tutto il territorio regionale per far fronte alla messa in sicurezza del territorio e prevenire il dissesto idrogeologico: intervenire in emergenza negli anni è risultato molto più costoso (in Italia sarebbero sufficienti 44 miliardi contro i 175 spesi in 50 anni nell’emergenza). Occorre inoltre mettere in pratica quanto la legge regionale 65 sul governo del territorio si impegna a fare: il “consumo di suolo zero” è un obiettivo non ancora raggiunto. Si è continuato a costruire in aree pericolose dal punto di vista idrogeologico, anche vicino agli alvei fluviali; è indispensabile intervenire sul costruito attraverso la rigenerazione urbana e la riqualificazione ambientale, recuperando aree disboscate e ad alto rischio, così come occorrono interventi sulle reti idriche.

Siamo in ritardo, considerando che l’82% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico e quindi scuole, ospedali, famiglie; ma non può essere un alibi per non intervenire o farlo solo nell’emergenza o a spot. Servono risorse e una vera programmazione. Come Fillea Cgil e come Cgil, già nei mesi passati, abbiamo dato tutta la nostra disponibilità – anche in termini di maggior lavoro, maggior flessibilità, contrattazione di anticipo – pur di accelerare l’opera di ricostruzione e messa in sicurezza del territorio.

È necessario finanziare in termini pluriennali un grande piano che metta in sicurezza scuole, ospedali e vie di comunicazione, strade, ponti, piccoli centri abitati e aree interne. Chiediamo alla politica di tradurre in politiche concrete gli interventi necessari, in collaborazione con le parti sociali. In queste ore drammatiche, quel che non deve essere trascurata è la lezione più importante che ci giunge dagli eventi di Livorno ma non solo (Lunigiana, Grossetano e altri in anni passati): l’assenza di un piano pluriennale di messa in sicurezza del territorio naturale e del patrimonio costruito non solo emergenziale, gli interventi fatti non sono sufficienti. Inoltre non è da sottovalutare l’importanza della qualità del costruito, l’utilizzo dei materiali, la modalità di gestione degli appalti, la legalità e la sicurezza. Infine può essere anche un motore economico, in quanto la messa in sicurezza del territorio, la prevenzione sismica, il risparmio energetico, la riqualificazione e salubrità del costruito sono moltiplicatori di sviluppo.

* Giulia Bartoli è segretaria generale Fillea Cgil Toscana