Harakiri Pd, colpa di tutti

Lettere a La Nazione - Risponde il direttore Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis

Firenze, 21 febbraio 2017 - Caro direttore, la base del Partito democratico assiste allibita a questa ennesima zuffa tra i suoi dirigenti, e non riesce a capacitarsi di come con l’Italia che sprofonda, il populismo che avanza, si possa dar vita a uno spettacolo tanto desolante.

Betty Ariano

Cara signora Ariano, ho ricevuto moltissime lettere su questo argomento e al di là di qualche tifoso dell’uno o dell’altro fronte la maggior parte dei lettori ha manifestato il suo stesso sentimento: sgomento. In genere la gente non ama politici che litigano, ma se poi i motivi del litigio poco hanno a che fare con la vita concreta e si riducono a dispute di calendario o a ripicche personali, ecco che il fastidio prende il sopravvento. Personalmente credo che in questa vicenda perdano tutti i dirigenti Pd, a partire dal segretario fino ai cosiddetti «scissionisti». Renzi non ha compreso per tempo e non ha prevenuto l’uscita (anzi, secondo molti non vedeva l’ora), chi ha lasciato il partito perché l’ha fatto seguendo ambizioni personali e non motivazioni ideali e politiche. Penso che alle urne (quando saranno) tutti la pagheranno.