Giustizia, tempo scaduto

Il commento

Firenze, 22 febbraio 2017 - Subito tre considerazioni. Primo, se magistratura e Stato italiano sono malati cronici, gli omologhi portoghesi sono in coma. Non è una soddisfazione, ma una banale constatazione. Secondo, gli hanno fatto quasi un dispetto a Pippo De Cristofaro a lasciarlo libero, visti il gusto e l’abilità che ha dimostrato nelle evasioni. Le altre volte se l’è dovuta almeno sudare; da Porto Azzurro gli sono venuti i calli alle mani a forza di remare verso la terraferma e la libertà; in questo caso neppure una goccia di sudore: forse gli hanno pure chiamato un taxi per sparire nel nulla. Terzo, come ha detto il procuratore Pomarici: cosa raccontiamo alla famiglia di quella ragazza uccisa a colpi di machete? Purtroppo la verità: che abbiamo fatto una fatica immane a mettergli le manette, che forse potevamo seguire la pratica con più attenzione, e che ci siamo trovati a tempo scaduto con un assassino da mesi uccel di bosco, con tutto il tempo per cancellare tracce, cambiare connotati e paese.

Complimenti, soprattutto agli amici di Lisbona, magnifico esempio di una Europa a due velocità: quella lenta, un po’ distratta, della nostra giustizia; e quella ancora peggiore di un paese comunitario che sommerge le nostre richieste di estradizione in un mare di scartoffie finendo per spalancare celle e frontiere. Tanto che viene da chiedersi se siamo noi a non contare nulla, oppure se sono gli altri tanto malevoli da tenere volutamente nei cassetti la posta che viene da Roma.

Certo, quando abbiamo a che fare con stati esteri per problemi di giustizia, ci mettiamo del nostro, eccome; ma gli altri ci obbligano sempre a pedalare in salita. Per i due marò abbiamo atteso anni prima di arrivare a una ‘temporanea’ licenza. Per non parlare poi di Cesare Battisti, ex terrorista, ed ora eroe della resistenza brasiliana, installatosi prima in Francia e poi blindato oltre oceano sotto l’ombrello di leggi strampalate, di politici compiacenti e di intellettuali (?) fiancheggiatori. Adesso, il caso De Cristofaro, un killer sanguinario. Con la caccia che ricomincia per rendere giustizia ad Annarita Curina e ai suoi familiari. Con la speranza e l’obiettivo di catturarlo e di riaverlo in Italia (ammesso che non sia qui) in una cella. Meglio senza lenzuola. E senza chiave.