Contratti da nababbi, che offesa

La Nazione risponde ai lettori

Luigi Caroppo

Luigi Caroppo

Firenze, 19 giugno 2017 - Cara Nazione, ci risiamo: il mondo è veramente capovolto. Riparte il calciomercato e leggiamo di strabilianti contratti e di trattative a suon di centinaia di milioni di euro. Ma ci rendiamo conto che ci sono migliaia di pensionati con il reddito minimo che arrivano con difficoltà a fine mese?

Rosa Giannetti

Cara signora Rosa, il mondo del calcio tra sponsor, diritti televisivi, abbonamenti è una macchina da guerra per mega fatturati. Un’industria vera e propria che direttamente e con l’indotto genera anche posti di lavoro a bizzeffe al di là dei nostri amati calciatori che tanto ci fanno gioire o penare. Detto questo, premessa da tenere comunque a mente, lei ha pienamente ragione quando sottolinea l’enorme forbice che si viene a creare tra nababbi del pallone e chi invece a fine mese arriva con difficoltà. Leggiamo di trasferimenti faraonici, di contratti che rendono ricco per sempre un talento del calcio in un mese o giù di lì.

Fece scandalo nel lontano 1975 il trasferimento del bomber Beppe Savoldi dal Bologna al Napoli per due miliardi di lire. Investimento che fu ricompensato da un numero record di abbonati al "San Paolo" (oltre 70mila). Quale potrebbe essere il messaggio positivo in questo distorto mondo del pallone? Le società professionistiche dovrebbero essere costrette a versare una quota a bilancio alle locali scuole calcio che spesso, con difficoltà, aggregano, e insegnano ai bambini il gioco più bello del mondo.