Indipendenti. Una lezione per la musica

Il commento

Michele Manzotti

Michele Manzotti

Firenze, 25 settembre 2016 - IN QUESTI GIORNI la città romagnola di Faenza è il centro del mondo musicale italiano. E’ iniziata infatti la nuova edizione del Mei, Meeting delle etichette indipendenti. Un appuntamento diventato ormai tradizionale (e per molti irrinunciabile) per tastare il polso di un settore che come altri risente del momento di crisi, ma che al tempo stesso è legato alla creatività dei musicisti e che quindi è costantemente in evoluzione. Ne parliamo perché oltre alla presenza di realtà toscane, umbre e liguri, la formula del Mei è nata a Firenze.

Molti addetti ai lavori infatti ricorderanno l’Independent Music Meeting che tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90 portò il capoluogo toscano a una ribalta internazionale con la presenza di importanti etichette indipendenti (prima fra tutte l’inglese Rough Trade) anche dall’estero. Poi l’esperienza è stata abbandonata ed è stato merito di Giordano Sangiorgi di aver compreso la validità della manifestazione, tanto che è arrivata alla ventesima edizione. In attesa di capire cosa succederà a Faenza, segnaliamo che anche al di qua dell’Appennino il mondo della musica popolare non sta fermo. In attesa che si svolgano manifestazioni consolidate come Rock Contest e Premio Ciampi, si è appena concluso a Firenze il Campus della Musica, un’idea di Claudio Fabi e Carmen Fernández per formare i giovani musicisti in ambito pop. Giorni di lavoro che hanno visto docenti come Renzo Arbore, Mauro Pagani, Niccolò Fabi per concretizzare un anno di scrittura di canzoni e concerti. Speriamo che questa esperienza, a differenza di quanto successo per le etichette indipendenti, non debba andare altrove.