Calcio malato, questa inchiesta servirà?

La Nazione risponde ai lettori

Firenze, 23 luglio 2017 - Cara Nazione, ora è stata aperta questa ennesima inchiesta sul mondo del calcio: ragazzi stranieri fatti venire in Italia in modo irregolare, partite truccate e via cantando. Ho l’impressione e il timore che sia però un fuoco di paglia, perché nel calcio circolano troppi soldi. Non si arriverà a nulla.

Paolo Masetti, Firenze

Caro signor Masetti, non si può fare il processo alle intenzioni. Benché in Italia sia spesso straziato, il diritto ha e dà almeno una certezza: ci sono le leggi. Scritte. Che poi esse vengano applicate – e applicate bene – questo è un altro paio di maniche, lo sappiamo. Ma la Procura di Prato ha fatto bene a scoperchiare il pentolone: il mondo del calcio non è sempre trasparente. «Non fa notizia», si dirà, «si è sentito dire tante volte...». Vedremo dove porterà l’inchiesta, vedremo se ci saranno colpevoli, eccetera eccetera. Di sicuro, però, è illegale far entrare in Italia un ragazzo straniero dichiarando che è figlio di X quando invece non lo è. E’ vietato falsificare gli atti, è vietato mentire sull’identità, è vietato lucrare su azioni che già in partenza sono illegali.

Questo in linea di principio, perché fino alla conclusione del processo nessuno può essere dichiarato colpevole. E guai se non fosse così. A ogni modo, non sono d’accordo con lei sul fatto che l’inchiesta non sia utile. Credo che il procuratore pratese Nicolosi abbia fatto bene a dare l’impulso, se non altro perché un segnale forte va dato. Il calcio è business, ma vogliamo che prima di tutto sia sano. Cominciamo a chiarire un po’ di cose.