Rock, il nome sul biglietto

Il direttore della "Nazione" risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis

Firenze, 19 gennaio - Caro Direttore, Vasco Rossi ha avviato la (legittima) battaglia al bagarinaggio on line dei biglietti per i suoi concerti introducendo il biglietto nominativo. Da ora per entrare in un’arena ad assistere alla performance di una rockstar dovrò dare nome e cognome. Schedati anche lì, come allo stadio. David Coppini

Caro Coppini, quella di Vasco Rossi è stata una decisione inevitabile per fermare la piaga del bagarinaggio on line: all’apertura della vendita in rete potenti utilizzatori del web fanno incetta di biglietti che rivendono a prezzi sempre più alti. Un profitto che non porta niente alla rockstar e ricade pesantemente sulle tasche del pubblico. Col biglietto nominativo ci si augura che tutto questo venga impedito: ognuno potrà acquistare il proprio tagliando o al massimo quello di pochi altri. Quanto alla privacy o alle «schedature», ormai veniamo osservati in ogni spostamento da telecamere, sistemi informatici ecc. Resta l’amarezza di esserlo anche quando andiamo a divertirci: ai concerti e allo stadio dove, in un caso per evitare il bagarinaggio on line, nell’altro per ragioni di sicurezza (tessera del tifoso) dovremo esibire un documento per ascoltare la canzone preferita o assistere a un gol. E questo sì, è un po’ triste.