Il solco tracciato da Betori

La Nazione risponde ai lettori

Luigi Caroppo

Luigi Caroppo

Firenze, 27 giugno 2017 - Cara Nazione, ho letto con particolare interesse il contenuto dell’omelia del cardinale Betori che nel giorno del santo patrono di Firenze ha voluto puntare l’attenzione sulla valanga di turisti che consumano il centro cittadino come di altre città d’arte. E’ necessario ascoltarlo.

Giovanna Romiti

Gentile signora Romiti, come spesso accade il cardinale Betori colpisce nel segno quando prende la parola per parlare delle prospettive fiorentine. Non è solo un osservatore privilegiato, ma un protagonista che cerca di tracciare il solco dialogando e al tempo stesso sollecitando attenzione e soluzioni per i problemi collettivi. L’arcivescovo di Firenze ha detto con chiarezza che «bisogna ridefinire il volto di una città che non può accettare di ridursi a uno spazio per turisti frettolosi», ma ha sottolineato anche che Firenze non può avere «un centro disancorato dalle proprie periferie, abbandonate alla loro insignificanza». Un richiamo forte, deciso per una crescita uniforme dal cuore della città ai suoi lembi estremi: urge accendere i riflettori ovunque. Non solo nel quadrilatero d’oro del centro che rischia di ridursi a un ‘parco giochi’ dell’arte, ma anche nelle periferie, che il Papa ha nel cuore, dove la gente vive anche con difficoltà e spesso soffre. L’invito è al bene comune che non sia solo un’utopia.