Cattivi esempi e i bambini ci guardano

Il commento

Cristina Privitera

Cristina Privitera

Pistoia, 20 ottobre 2016 - BAMBINI ci guardano. Spesso lo dimentichiamo, noi adulti. Tutti noi che insieme ai figli, nostri o di altri, ci viviamo fianco a fianco tutti i giorni. La cronaca, quella che raccontiamo sulla carta oppure on line, fornisce svariati spunti sui quali riflettere. L’ultimo arriva dalla Montagna pistoiese. Una mamma all’Abetone ha preso a calci e botte autista e accompagnatore dei bambini sullo scuolabus. L’ha fatto davanti a suo figlio e ad altri compagni, irritata da un banale richiamo, perché aveva ritardato nel presentarsi alla fermata. Sono volate ‘manate’ non proprio lievi, tanto che tutti e tre sono finiti al pronto soccorso. Difficile meravigliarsi del bullismo dilagante tra i maschi come tra le femmine già alle elementari, una vera piaga cronica alle scuole medie e alle superiori, se probabilmente i primi bulli siamo noi ‘grandi’.

Gli esempi che proponiamo ai ‘piccoli’ non sono molto edificanti. Ci accapigliamo ovunque senza freni e il più delle volte per scememze. Litighiamo alla guida per una precedenza - anche qui quanti feriti - con tutto il corollario di offese irripetibili. Attacchiamo senza pensarci un attimo gli insegnanti dei nostri figli quando provano a far loro rispettare le regole, li riprendono se si comportano da prepotenti o, ancora, quando non hanno dato il voto che avremmo voluto. E lo spettacolo che offriamo sui campi di calcio o nei palazzetti dello sport? I genitori, non tutti ma molti sì, sono l’incubo degli allenatori. Se si provano a non far giocare il figlio – per definizione il migliore – babbi e mamme all’apparenza miti si trasformano in iene inferocite. Cigliegina sulla torta? I post su Facebook, un bel campionario di adulti in caduta libera di stile quanto a linguaggio violento e volgare. I figli ci leggono, ci osservano e diventano, alla prima occasione, proprio come noi.