L'arista alla partigiana

Il commento

Luca Boldrini

Luca Boldrini

Firenze, 24 aprile 2017 - DOMANI, sui tavoli del circolo Arci di Borgonuovo, a Prato, sarà servita l’arista. E’ il piatto forte del “Pranzo del partigiano”, appuntamento (tradizionale, si sottolinea) voluto dall’Anpi per festeggiare la Liberazione. Ecco, forse l’Associazione partigiani, in un momento in cui è spesso al centro di dibattiti e magari anche di polemiche su questioni politiche anche di alto livello, non pensava proprio di finire nel mirino dei vegani e degli animalisti più oltranzisti per quei vassoi di carne di maiale.  Sono piovute e-mail di fuoco di associazioni che attaccano i crudeli mangiatori di cadaveri, così è considerato un carnivoro da questi movimenti, e poi proprio loro, i partigiani, che hanno combattuto per la libertà imbracciando un fucile, come fanno a non capire che portando l’arista in tavola non fanno altro che perpetuare una cultura di violenza? Saggiamente, però, nel menu è stato scritto solo “crostini misti”, quindi non si sa se l’attacco riguardi anche i poveri polli privati dei loro fegatini per fare il patè. Conclusione: Paese libero, tavola libera, ognuno mangi quello che gli pare e ognuno ovviamente dica quello che vuole. Ricordandosi magari che il 25 aprile sarebbe bene celebrare la libertà e ricordare la storia del nostro Paese, a maggior ragione mentre nel mondo soffiano venti di guerra, piuttosto che stracciarsi le vesti per un piatto d’arista. Buon appetito, pardon, buona Liberazione a tutti.