Poche balle: lavarsi di più, lavarsi tutti

Il direttore della "Nazione" risponde ai lettori

Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis

Firenze, 26 aprile 2017 - Caro direttore, pare vada di gran moda questa nuova tendenza a lavarsi di meno, per combattere lo spreco d’acqua. Ne ha parlato anche uno dei campioni dell’ambientalismo, Fulco Pratesi, che da anni ha fatto questa scelta. A me pare che siamo tutti ammattiti.

Gianni Trambusti

Caro Trambusti, il mondo è bello perché è vario e quindi non mi stupisco certo se qualcuno porta avanti teorie originali, anche se si tratta di persone intelligenti come Fulco Pratesi. Peraltro si tratta di una "moda" che non nasce da noi, ma che come spesso accade importiamo dall’estero. In America c’è addirittura un movimento che si chiama "unwashed", letteralmente "non lavati". Lo si fa in nome dell’ambiente, come in nome dell’ambiente si diventa vegani o si inventano altre balle di questo genere.

Io invece sono cresciuto pensando che l’igiene sia una conquista di civiltà, e parte integrante dell’igiene è la pulizia personale. Quindi una doccia al giorno non me la toglie nessuno, d’estate anche due o tre. Se poi per pulirsi serve tanta acqua pazienza, la natura ce l’ha data per questo e allora usiamola. Le risorse di cui disponiamo, e quindi anche l’ambiente in senso, vanno utilizzate. Ovviamente in maniera intelligente, facendo si che se ne intacchi gli interessi e non il capitale, e che chi viene dopo di noi abbia le stesse possibilità di usufruirne che abbiamo avuto noi. Cosa che, riconosciamolo, spesso non accade. Ma non perché si risparmia sulla doccia.