Case vacanza e tasse, Airbnb "frena"

Il commento

Firenze, 26 aprile 2017 - Dal 1 giugno arriva la cedolare secca al 21 per cento sugli affitti brevi (soggiorni inferiori a 30 giorni) che riguarderà le case vacanza e gli immobili affittati tramile portali come Airbnb. La novità ha un impatto forte in Toscana, regione a grande vocazione turistica. Firenze, per fare un esempio, è la città italiana dove il guadagno medio annuo di chi affitta tramite Airbnb è il più alto, 6300 euro (a Roma è di 5500 euro). Ma il debutto della cedolare secca non sembra privo di ostacoli. Airbnb dovrà agire come sostituto d’imposta trattenendo le tasse da versare per girarle allo Stato e trasmettendo i dati relativi ai contratti all’Agenzia delle Entrate. Se non lo farà scatteranno le multe.

Il punto è che la società californiana, uno dei giganti della share economy turistica, non sembrava e non sembra molto contenta della novità. Non tanto in linea di principio ma nelle sue modalità di applicazione. Airbnb si è detta pronta a fare la sua parte nella raccolta delle tasse su chi affitta tramite il portale ma non a fare da sostituto di imposta, un ruolo incompatibile con la natura della piattaforma online della società. Non solo. La cedolare secca scatterà il 1 giugno. Ma in tempi così brevi non sarà facile avviare il meccanismo su oltre 200mila posizioni fiscali, tante quanti sono gli ospiti che in Italia fanno capo al colosso americano.