Cinque Terre a numero chiuso

Il commento

Roberta Della Maggesa

Roberta Della Maggesa

La Spezia, 30 aprile 2016 - Il ‘paradiso’, si sa, non è roba per tutti, neanche quello delle vacanze. Ma in questo caso la notizia – l’introduzione del numero chiuso nelle stazioni delle Cinque Terre – si impone, perché lo stop riguarda non gli arrivi – quel fiume di gente che, soprattutto nei mesi estivi, si riversa incontenibile nei borghi della Riviera spezzina, intasando negozi, locali e carrugi – ma le partenze, ossia il momento ‘liberatorio’ in cui i turisti imboccano la via del ritorno.

Dopo la congestione registrata nelle ultime festività, Trenitalia è corsa ai ripari e ha annunciato l’intenzione di introdurre, in accordo con la Regione, una ‘barriera umana’ per filtrare l’accesso ai binari da parte dei turisti che a una certa ora lasciano i paesi. In sostanza, personale del gruppo Ferrovie dello Stato, munito di pettorine e tesserini di riconoscimento, sarà chiamato a vigilare.

E, in caso di particolare affollamento, impedirà ulteriori ingressi in stazione: una limitazione al diritto di circolare liberamente che, essendo motivata da ragioni di tutela della sicurezza, interesserà, senza distinzioni, tanto il popolo del ‘mordi e fuggi’ quanto pendolari e residenti. La sperimentazione partirà oggi da Monterosso.

Ora, anche volendo tralasciare la questione della legittimità – a quale clausola del contratto di servizio fa riferimento il diritto di introdurre una misura che limita la libertà di movimento dei passeggeri? – il grande punto interrogativo riguarda il tema dell’opportunità: era opportuno procedere con una scelta così drastica in un momento in cui l’avvio del servizio di metropolitana leggera è ancora lontano dal dare risposta ai bisogni del territorio? E, soprattutto, come si può pensare di traguardare obiettivi di sicurezza annunciando un potenziale blocco nell’accesso alle stazioni con una scarna nota stampa diffusa solo quattro giorni prima dell’ora ‘X’?